L'editoriale
Siccome settecento pagine a luci rosse non sono riuscite a mettere alle corde Berlusconi, ma soltanto a suscitare una curiosità un po’ guardona e qualche volta anche ammirazione per le acrobazie del Cavaliere in camera da letto, i suoi nemici hanno deciso di passare alla fase due del piano che mira a distruggerlo. Il secondo tempo dell’operazione gnocca consisterebbe nella diffusione a mezzo stampa di alcune gustose immagini, in cui il presidente del Consiglio sarebbe ritratto desnudo in compagnia di procaci ragazze. La notizia non è confermata, ma a naso la daremmo per certa perché i primi a spacciarla sono stati quelli del Fatto quotidiano, ovvero l’organo ufficiale delle Procure. Il giornale di Padellaro e Travaglio su altro avrà notizie di seconda mano, ma quando c’è di mezzo qualcosa che nuoce al Cavaliere è sempre ben informato, non a caso fu in grado di rivelare la storia di Ruby in anticipo perfino su Repubblica. Per il Fatto le immagini circolerebbero in alcune redazioni, offerte in cambio di molti soldi e qualcuno ne avrebbe già prenotato la pubblicazione, convinto che quella sia l’arma finale, anzi il pistolino finale, per far fuori il premier e sostituirlo con un tecnico disposto a fare un altro genere di porcate rispetto al Cavaliere, tipo per esempio una bella tassa patrimoniale che svuoti le tasche ai contribuenti. A una simile determinazione si sarebbe giunti dopo il flop del tentativo di sputtanamento a mezzo avviso di garanzia. Le carte inviate dalla Procura in copiosa quantità allo scopo di demolirne definitivamente l’immagine, bollandolo per sempre come una specie di maniaco sessuale, anziché buttar giù il consenso di Berlusconi, non diciamo che lo hanno rialzato ma alle prime verifiche lo hanno lasciato invariato. Anche ieri il Riformista, giornale mai tenero con il premier, riconosceva per la penna del direttore della Ipr marketing che il sexgate al PdL e al suo leader ha fatto un baffo, non togliendogli neanche un voto. Per Antonio Noto gli elettori del centrodestra avrebbero già assolto il loro leader, archiviando le accuse dei pm come «debolezze» o «imprudenze». E allora ecco spuntare le istantanee, precedute da una serie di smentite del procuratore capo di Milano, il quale prima ha definito irrilevanti le fotografie e poi ha negato che in esse fosse ritratto il presidente del Consiglio nudo. Ma i comunicati del dottor Bruti Liberati vanno interpretati e quando negano un fatto vuol dire che lo confermano. Accadde con l’indagine su Ruby. Il capo della Procura disse che a carico di Berlusconi non c’era nulla e il premier non era iscritto nel registro degli indagati. Poi s’è scoperto che sul Cavaliere e le sue feste si facevano accertamenti da mesi ed erano stati acquisiti i tabulati telefonici di chi, nell’ultimo anno, si fosse recato ad Arcore. Dunque, se tanto ci dà tanto, c’è da aspettarsi che i fascicoli dei pubblici ministeri siano una specie di album fotografico. È probabile che tutto ciò che di piccante sia stato ritrovato nelle case e nei telefonini delle habitué di Villa San Martino sia dunque agli atti, pronto per essere stampato sulle pagine dei giornali più cari alle procure. Fa nulla se le istantanee non contengono notizie di reato e non provano le accuse che i pm rivolgono a Silvio. Mica servono per il processo: in tribunale proverebbero al massimo che Berlusconi in camera da letto, o sui divanetti, ci dava dentro. Ma anche se poco utili per corroborare le accuse, le foto potrebbero essere utilissime per distruggere la credibilità del Cavaliere. O almeno questo è ciò che sperano i suoi nemici. Ve la immaginate la Chiesa, alleata fondamentale per il premier, di fronte alle immagini osé? Già adesso i vescovi fanno fatica a trattenersi, ma di fronte a foto tuonerebbero dai pulpiti. Insomma, per battere Silvio i progressisti si sono trasformati in tanti Tom Ponzi e spiano sotto le lenzuola alla ricerca della prova che lo inchiodi. Usano la scusa della dignità femminile, di cui gli importa meno di niente, per lo scopo che inseguono da diciassette anni: mandarlo a casa. Così, dopo essere stati per tanti anni forchettoni, si sono trasformati in bacchettoni. Bella fine per gente che fino a ieri si batteva per la libertà sessuale e gridava che l’utero era solo delle donne. Di questo passo, c’è da aspettarsi che per battere Berlusconi facciano pure voto di castità. Speriamo almeno che infine si ritirino in convento.