Napolitano scrive a Lula
Una lettera personale per esprimere stupore e rammarico. L'ha firmata il presidente della repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e l'ha spedita al presdente del Brasile, Lula, contro la decisione di tenersi Cesare Battisti. Napolitano ha espresso «profondo stupore e rammarico per la decisione del ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti». Napolitano, s'è fatto «interprete della vivissima emozione e della comprensibile reazione che la grave decisione ha suscitato nel Paese e tra tutte le forze politiche italiane», e ha richiamato «i lineamenti dell'ordinamento costituzionale e giuridico italiano e le garanzie che esso ha offerto e offre nel perseguire anche i responsabili di reati di terrorismo». Intanto, uno stop alla liberazione di Cesare Battisti è arrivato dal Supremo Tribunal federale, la Corte costituzionale brasiliana, che ha deciso di congelare la scarcerazione dell'ex leader dei Pac, condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi, dopo che il ministro Tarso Genro gli aveva concesso l'asilo politico e la difesa ne aveva chiesto l'immediata liberazione, oltre all'estinzione dell'estradizione. Il Supremo Tribunal prenderà una decisione in merito solo dopo la valutazione della Procura generale della Repubblica e dunque per ora Battisti resta recluso nel carcere di Papuda. Peraltro, a ostacolare un ritorno in libertà dell'ex terrorista potrebbe essere anche un'altra vicenda. Quando venne arrestato, Battisti era in possesso di un passaporto falso intestato a Michel Josè Manuel Gutierrez, e per questo sta affrontando un processo davanti al tribunale federale di Rio de Janeiro: l'ex leader dei Pac rischia una condanna da due a sei anni di reclusione. La decisione di concedere lo status di rifugiato a Battisti è arrivata il 14 gennaio. A sopresa. Non più tardi del 28 novembre scorso infatti il Comitato nazionale per i rifugiati (Conare) del ministero brasiliano della Giustizia aveva respinto la richiesta d'asilo presentata dall'italiano nel marzo 2007, dopo che da Roma era arrivata richiesta di estradizione.