L'editoriale
Caro Giampaolo, non posso che darti ragione: Silvio Berlusconi sembra essere con le spalle al muro. Visto che i pm di Milano vogliono processarlo con rito immediato, o il premier riesce a trasferire il procedimento in tempi rapidi al Tribunale dei ministri - facendo in seguito valere la sua difesa - oppure fra qualche settimana finirà per essere travolto da accuse infamanti, tipo quella di aver indotto una minorenne a prostituirsi in cambio di alcuni biglietti da 500 euro. Poco importa che la tesi dei pm venga confermata da una sentenza: l’apertura delle udienze e la sfilata dei testimoni in un’aula di tribunale, con il Cavaliere costretto a discolparsi di fronte alle toghe, segnerebbero la vittoria dei magistrati e una sua inevitabile condanna politica. Un colpo micidiale dal quale sarebbe difficile riprendersi. Altro che le indiscrezioni di questi giorni. Ti immagini come la stampa nazionale e internazionale seguirebbe un dibattimento del genere? Pensa a Bill Clinton e al suo accusatore, il giudice Kenneth Star, il quale portò in aula il vestito di Monica Lewinsky macchiato durante un rapporto sessuale alla Casa Bianca. E ora prova a considerare cosa potrebbe fare Ilda Boccassini, una Star in gonnella con l’animosità dovuta a una inconcludente caccia all’uomo lunga quindici anni. Il presidente del Consiglio potrebbe sopportare un dibattimento pubblico sulla sua vita sessuale, dopo tutti gli altri che ha patito? E lo potrebbe sopportare il Paese, che per giunta ha una sfilza di altri guai? Tu dici bene, caro Giampaolo, anche a proposito del voto, quando sostieni che si tratta di una via d’uscita impervia. Innanzitutto perché non è detto che Napolitano lo conceda e poi perché la campagna elettorale finirebbe per essere incentrata solo sulle abitudini del premier in camera da letto, con uno scontro senza precedenti. Ma chiarito ciò, e pur essendo azzeccate tutte le premesse, penso che tu stia sbagliando nel tirare le somme, ovvero che a questo punto il Cavaliere dovrebbe farsi da parte; e se non ci pensa lui, dovrebbe essere la sua fidanzata o, meglio, il centrodestra a suggerirglielo. Vedi, io non so quanto ci sia di vero nelle tesi della Procura e quanto siano documentate le accuse. Da quel che mi dicono, le chiacchiere sono molte, le prove poche. Ci sarebbero frasi rubate al telefono, alcune chiarissime, altre meno, ma nessuna conferma. Probabilmente in un’aula di tribunale Ghedini potrebbe anche smontare il teorema, dimostrando che Berlusconi non è un corruttore di minorenni, semmai un uomo che ama divertirsi, anche a letto. Ma pur confutate, le accuse lascerebbero un alone di qualche cosa di poco pulito. Una sensazione sgradevole. Ed è su questo che i pm puntano per inchiodare chi non sono riusciti a inchiodare finora. Il discredito, lo sputtanamento globale. Ecco la pena che intendono ottenere. Ma ci si può piegare a questo? Si può cioè accettare che un presidente del Consiglio sia fatto fuori da un’inchiesta sulle sue abitudini sessuali? In un Paese democratico si può rimanere indifferenti di fronte a una Procura che abbatte il governo mettendo nel mirino il premier con un’inchiesta sotto la cintola? Certo, Berlusconi ha sbagliato: con il suo comportamento ha fornito la corda con cui i giudici si apprestano a impiccarlo. Vista la reiterazione delle sue abitudini, si può perfino dire che il suo è stato un atteggiamento suicida. Ma qui non è in discussione solo lui, la sua figura e i suoi errori. Qui si tratta di un principio. Ovvero: se i giudici abbiano diritto di spingersi fino in camera da letto e se, per raggiungere il loro obiettivo, possano mettere sotto controllo i telefoni di decine di persone per mesi, ignorando la competenza territoriale e anche quella ministeriale. In altri Paesi le prove così acquisite sarebbero dichiarate inammissibili e i magistrati sarebbero costretti a passare la mano. Qui no, alla peggio rischiano la promozione. Probabilmente tu mi dirai che a te sta bene così. Che al di là del principio, è tempo che il Cavaliere faccia le valigie e si assuma l’onere dei passi falsi commessi. Può darsi che tu veda giusto. Però in tal caso devi arrivare fino alle estreme conseguenze. E accettare che, una volta eliminato per mano giudiziaria il premier, il prossimo presidente lo faccia la Boccassini. Perché è questo il finale di questa vicenda. Se Berlusconi va cacciato per le brutte storie che circolano su di lui, che sarà dei suoi successori se non piaceranno alle procure? Fino a che punto li si potrà indagare? Quale sarà la modica quantità di processi che si potrà infliggere loro? Vedi, caro Giampaolo, io non penso che Berlusconi sia insostituibile. Penso solo che non sia sostituibile da chi da vent’anni si candida a buttarlo fuori gioco senza chiedere il permesso agli elettori.