L'editoriale

Eleonora Crisafulli

Qualche lettore mi tira le orecchie, contestandomi un ripetuto punzecchiamento del Cavaliere. Il senso delle obiezioni è più o meno questo: perché continuare a dire che Berlusconi deve darsi una mossa, se non si indica in quale direzione? Per non apparire inconcludente e senza voler dare dimostrazione di supponenza, vedrò dunque di spiegare come vedo la situazione, provando a indicare una via d’uscita dal vicolo cieco in cui sembra essersi infilata la maggioranza. Per prima cosa bisogna prendere atto dello stato delle cose evitando di negarlo. Il governo è bloccato e se la fase di paralisi si protrae, anche qualora il premier riuscisse a resistere alle pressioni per farlo cadere, il solo a rimetterci sarà lui. L'opinione pubblica gli addebiterà le mancate riforme e alla prossima campagna elettorale il suo carisma temo non sarà sufficiente a recuperare il consenso perduto. Dunque al Cav. conviene trovare una soluzione il più in fretta possibile. Quale? Le elezioni sarebbero la migliore, ma non è detto che egli sia in grado di ottenerle: i suoi nemici sono pronti a qualsiasi cosa pur di non farvi ricorso e anche se Gianfranco Fini si dice pronto ad affrontarle, in realtà ne ha una fifa blu, soprattutto se son veri certi sondaggi che lo danno al 3 per cento e cioè fuori dal Parlamento. Non potendo realisticamente sperare nel voto, il premier deve adattarsi a stringere delle alleanze. La più solida ovviamente resta quella con la Lega, ma da Bossi il presidente del Consiglio non deve accontentarsi “solo” di una generica promessa di sostegno, ma deve pretendere qualcosa in più. In pratica si tratta di convincere il leader del Carroccio che l’intesa con Casini non è più rinviabile. Lo so che Umberto vede il capo dell’Udc come il fumo negli occhi, ma Berlusconi deve riuscire a fargli comprendere che imbarcare i democristiani è il male minore. Bossi probabilmente vorrà garanzie sull’approvazione dei decreti attuativi del federalismo e il Cav. dovrà essere nelle condizioni di offrirle. Una volta strappato il sì di Umberto, al premier resterà il compito non facile di convincere l’ex alleato e qui dovrà giocare di fantasia, assicurando a Pierferdy ciò che l’ex delfino di Forlani vuole e cioè la garanzia di essere presidente del Consiglio alla prossima legislatura. Recuperata l’Udc, al premier non resterà che sterilizzare i finiani, aprendo una crisi ma offrendo al capo dello Stato la soluzione di un nuovo governo, con una nuova maggioranza. So, che solo a sentir parlare di dimissioni e di coalizioni diverse da quelle che hanno vinto le elezioni il Cav storce il naso, ma Casini è l’unica medicina che possa far passare la crisi. I finiani e l’opposizione lo accuseranno di aver tradito il mandato degli elettori? Non se ne curi: i primi ad aver tradito o essere pronti a farlo sono loro. I miei suggerimenti sono possibili a dirsi, ma impossibili a farsi? Può darsi. Può essere che io veda la politica come un Monopoli, ma siamo sicuri che Parlamento e dintorni non siano un grande gioco? Comunque anche se fosse fantapolitica e non quella vera, io questa partita la giocherei. Meglio tirare i dadi, tentando la fortuna, che tirare solo a campare.