Sindaco mani bucate
Il bluff di Matteo: parla di tagli ma poi spreca
«Noi metteremo on line ogni spesa, anche un centesimo visto che non sappiamo dove sono finiti i 2 euro delle scorse primarie». Ecco, se Matteo Renzi impiegasse questa certosina pignoleria - annunciata per rendere trasparente l’uso dei fondi per le primarie, ma lo stesso si può dire nel denunciare i tagli che dovrebbe fare il governo - anche limare le spese del Comune che amministra, ormai a tempo perso, non farebbe un euro di danno. Anzi, renderebbe un bel servizio al Paese, alla disperata ricerca di soldi da investire e di sprechi da tagliare. Che - strano ma vero - si annidano proprio nelle pieghe dei bilanci delle amministrazioni periferiche, comunali e provinciali nello specifico. Ovvero quegli enti che, da tempo, accusano il governo di affamare sindaci e presidenti di Provincia. E fra questi Renzi recita un ruolo da protagonista. A scoperchiare il pentolone delle mani bucate da tappare, degli enti spreconi e virtuosi nonostante le accuse all’esecutivo di turno, compreso il Comune di Firenze, è il quotidiano La Stampa che ha pubblicato i risultati della ricerca realizzata dal Copaff, la commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale istituita presso il ministero dell’Economia. Un lavoro certosino, particolarmente accurato e dettagliato, avviato tre anni e che mira ad aggredire 40 miliardi di spesa degli enti locali con l’obiettivo di risparmiarne almeno 4 a partire dal 2015. E fra i comuni passati al setaccio, destinati a grattar via il superfluo o quello che non serve, c’è quello amministrato da Matteo Renzi. Leggi l'approfondimento di Enrico Paoli su Libero in edicola mercoledì 30 ottobre