I conti non tornano

La Casta taglia i tagli ai costi dello Stato

Giulio Bucchi

In Senato sta per essere celebrata la festa di San Travet. Vituperato, schiaffeggiato, dileggiato perfino dalle spending review di questo ultimo biennio, lo statale è stato rispolverato e rilucidato a nuovo prima da Enrico Letta grazie al suo già molto generoso decreto legge del 31 agosto scorso «disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni», e ora dalla maggioranza che sostiene il governo. A palazzo Madama è stato depositato infatti un fascicolo di emendamenti al decreto che riempie oltre 320 pagine e in gran parte riunisce modifiche proposte dal relatore o approvate e sottoscritte dalle commissioni di merito. Tutte norme che riscrivono la spending review che Enrico Bondi preparò sotto il governo di Mario Monti e che nella migliore delle ipotesi rinviano di un anno o due i risparmi alla spesa pubblica previsti. C’è veramente di tutto in quel fascicolo: dall’allargamento delle maglie sulle auto di servizio della pubblica amministrazione, all’esclusione dalla legge Fornero sulla previdenza di comparti molto ampi della pubblica amministrazione, a nuove assunzioni che quasi ovunque si potranno fare in deroga dei tetti previsti o rinviando la restrizione delle piante organiche stabilita dalla manovra degli ultimi anni.  Leggi l'articolo integrale di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, martedì 8 ottobre