Nella pagine di Pier Carpi
Vaticano, Conclave: il libro che predisse Benedetto XVI ora indica un Papa "Alberto"
di Andrea Morigi Un testo del 1976 aveva azzeccato in pieno l’esito del conclave del 2005, con un «Benedetto, benedetto, benedetto» e «Sedici ti conteranno». E ora quel volume, rispolverato da Libero il 22 aprile 2005, tre giorni dopo l’elezione al soglio pontificio del cardinale Joseph Ratzinger, potrebbe tornare utile per vaticinare il nome del prossimo Successore di Pietro. Anche perché non manca un riferimento agli sviluppi successivi del pontificato di Papa Benedetto XVI. È un’oscura sequenza di frasi, attribuite arbitrariamente a Papa Giovanni XXIII, che esordisce così: «Sarà grande e breve il tuo regno. Padre, sarà breve ma ti porterà lontano, nella lontana terra dove sei nato e dove sarai sepolto. A Roma non ti vorranno dare». Parrebbe di potervi leggere un’anticipazione del ritorno del Papa emerito in Baviera, seguita da un’altra pseudo-rivelazione, stavolta decisamente più coincidente con la realtà di questi giorni: «E ci sarà un altro Padre, prima della tua sepoltura, a pregare lontano per te, per le ferite della Madre». Due Papi, dunque, che convivono sebbene a distanza. Un’altra previsione esatta, insomma, quanto quella successiva che indica la Madre Chiesa dilaniata. L’identificazione dell’oracolo è più controversa. Che si tratti del beato Angelo Roncalli è la tesi di Le profezie di Papa Giovanni. La storia dell’umanità dal 1935 al 2033, scritto da Pier Carpi, giornalista, scrittore, sceneggiatore, con una spiccata propensione per l’occulto, così come le Edizioni Mediterranee di Roma, che avevano pubblicato l’opera. Secondo l’autore del volume, l’antefatto si svolge a Istanbul nel 1935, dove il futuro pontefice Giovanni XXIII è delegato apostolico. Le rivelazioni avverrebbero nell’ambito di una società segreta iniziatica. Un’ipotesi che si scontra con l’ortodossia cattolica di monsignor Roncalli e soprattutto non svela con certezza l’origine dello scritto. Tuttavia, se a posteriori i fatti storici sembrano fornire solide conferme sul contenuto della profezia, la curiosità induce a esaminarne con prudenza anche il seguito. Procedendo oltre, si legge che «Mikail e Giovanni scenderanno in terra» e che «Le urne aperte sotto il tesoro e si scopriranno i passi del primo uomo». Subito dopo, «Il grande fratello d’Oriente farà tremare il mondo dalla croce capovolta senza gigli», mentre «il nuovo Padre gli andrà incontro ma lascerà orfana la Madre. Ma prima delle sue parole di vera scienza il segreto dell’arma che distrugge le armi» precede un «tempo di pace, allora, e sulla lapide alto sarà il nome di Alberto». Potrebbe anche trattarsi del nome del nuovo Papa. In conclave, l’unico a portare quel nome è l’arcivescovo di Colombo, in Sri Lanka, il 65enne Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, già nunzio apostolico a cui alcuni vaticanisti attribuiscono buone probabilità di essere eletto anche per la sua esperienza degli ambienti curiali. Il cingalese, creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010, è rispettoso della dottrina e della prassi cattolica e perciò è sostenuto da alcuni ambienti tradizionalisti. Un’altra interpretazione, invece, sottolinea la somiglianza fra Alberto e Adalberto, che è il nome del santo patrono della città di Praga. Secondo alcuni, si potrebbe trattare dell’arcivescovo di Praga e primate della Chiesa ceca, il domenicano monsignor Dominik Duka, classe 1943, creato cardinale nel concistoro del febbraio scorso. Ha vissuto nella Chiesa clandestina durante il regime comunista, saprebbe come affrontare un’altra ondata di persecuzioni come quella prospettata dal testo attribuito a Papa Giovanni. Sempre che sia lui a sedere sulla cattedra di Pietro.