Speranza Schumacher, fuori dal coma. Il medico: "Ecco fino a dove può recuperare"
Dopo la buona notizia, una nuova difficilissima battaglia per Michael Schumacher. Ieri, 16 giugno, la notizia tanto attesa del risveglio dal coma dell'ex pilota della Ferrari e della sua capacità di comunicare con la moglie Corinna e i figli. Il 7 volte campione del Mondo di Formula 1 è stato trasferito da Grenoble all'ospedale universitario di Losanna, dove ora affronterà una lunga fase di riabilitazione. Gli interrogativi restano: quali funzioni il campione potrebbe recuperare? Le possibilità di recupero - Il Corriere della Sera riporta un'intervista a Massimo Antonelli, direttore del Centro di rianimazione del Policlinico Gemelli, di Roma, e Luigi Beretta, direttore del reparto di Anestesia e rianimazione dell'Ospedale San Raffaele di Milano. "Le strutture di riabilitazione neurologica puntano innanzitutto al recupero parziale o totale di funzioni fondamentali come respirazione autonoma, deglutizione, stazione eretta, linguaggio. L'entità e i tempi dell'eventuale recupero nel caso specifico non possono essere ipotizzati in alcun modo". Poi, continuano, "in realtà si possono fare soltanto ipotesi perché gli elementi a disposizione per giudicare sono troppo pochi". Condizioni vitali? - "Il paziente presumibilmente non ha più bisogno di cure intensive per la sua sopravvivenza e per la cura delle lesioni che ha subito, e quindi può essere avviato in una struttura specializzata nel favorire il recupero di alcune funzionalità". Secondo alcuni organi di stampa Schumacher comunica in qualche misura, forse con gli occhi, con i familiari. Coma alle spalle? - "Bisogna vedere se davvero di comunicazione si tratta. Ci sono due possibili interpretazioni in questi casi: la comunicazione presunta e quella reale. Quella presunta consiste, per esempio, nell'avere deglutizione spontanea, nel tenere gli occhi aperti, nel guardarsi intorno, nel mantenere il tronco eretto. La comunicazione reale consiste invece nel rispondere in qualche modo a stimoli o ordini semplici. Solo in questo caso si può dire che ci sia un'uscita vera dal coma. In caso contrario potrebbe trattarsi di una situazione di stato vegetativo persistente", differente dal coma. "Nello stato vegetativo persistente - spiegano i professori - non esiste un contatto ambientale: il paziente sembra vigile ma non stabilisce relazioni con il mondo esterno" Se il coma di Schumacher è stato indotto farmacologicamente perché si mette in dubbio che, dopo la sospensione dei farmaci che lo tenevano in tale condizione, ci possa essere o meno una vera e propria uscita dal coma? "Nel caso di Schumacher si sa che i farmaci sedativi che inducevano lo stato di coma sono stati sospesi da parecchio tempo e quindi si è presumibilmente trattato di un lento risveglio, ma non è affatto scontato che alla sospensione dei farmaci segua sempre una ripresa della coscienza. Dipende dalle lesioni e dalle conseguenze che hanno prodotto".