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Luciano Moggi: Calciopoli non esiste. Vi spiego io gli arbitri e la Juve

Andrea Tempestini
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Volevo ringraziare Paolo Liguori. E non solo perché nel suo articolo «Nessuno lo dice, ma è peggio di Calciopoli» il giornalista sottolinea come io sia stato «usato» nel 2006. Lo voglio ringraziare soprattutto perché ammette che la Juve ha ricevuto alcuni aiutini arbitrali in questo campionato. Non ne aveva e non ha bisogno la formazione di Antonio Conte, troppo forte rispetto alla concorrenza da due anni a questa parte. Ma tant'è, è successo. Come è sempre accaduto, perché la cosiddetta sudditanza psicologica è nata insieme al calcio. Non c'entra nemmeno la sponsorizzazione della Federcalcio da parte della Fiat: i soldi degli Elkann vanno all'«azienda» Figc, non direttamente nelle tasche degli arbitri. La casa automobilistica riceve indietro solo visibilità e pubblicità nel mondo, non di certo un aiuto per vincere lo scudetto. Il problema è da sempre un altro: oggi come ieri, la Juventus riceve dei favori. È l'ennesima dimostrazione - come se non bastassero le carte prodotte in questi anni - che Calciopoli non è mai esistita, se non nelle menti di chi voleva distruggere la Signora. E resta nella testa di troppi italiani come giustificazione allo strapotere bianconero. Poco onorevole Alzi la mano chi conosceva l'ex segretario del Pd della Capitale, Marco Miccoli, al di fuori della cerchia del partito romano e degli ultras romanisti. Ebbene l'onorevole ha trovato il modo di farsi coinvolgere nel sistema calcio denunciando il complotto a favore della Juve per farle vincere il campionato. Possiamo sopportare i curvaioli, ma non chi usa il calcio per pubblicità personale. È stato insomma sufficiente che la Juve abbia rialzato la testa e che la Roma sia tornata competitiva grazie a Garcia per spingere qualcuno a chiedere al premier Renzi di rendere trasparente il «giocattolo calcio». Miccoli è assurto a eroe televisivo anti-Casta (bianconera), mentre tutti si sono dimenticati che la squadra di Conte viaggia 11 punti in più rispetto al secondo scudetto: un dato che merita considerazione da parte di chi ama veramente questo sport. Chi parla ancora di Calciopoli non sa o fa finta di non sapere che i processi di quella farsa, quello sportivo prima e quello ordinario dopo, hanno detto che il campionato in esame era regolare, non c'erano partite alterate, il sorteggio era pulito e non esisteva colloquio «esclusivo» con i designatori da parte dei dirigenti della Juve di allora. L'arbitro Paparesta ha ammesso di non esser mai stato sequestrato, magari dovrebbe essere rinchiuso da qualche parte Miccoli a rileggersi le carte. Per quanto riguarda l'appello rivolto a Renzi - che ha cose ben più importanti da fare - se proprio dovesse decidere di approfondire Calciopoli potrebbe chiamare Luciano Moggi in persona in Parlamento per far luce sui fatti del 2006 grazie ai documenti «nascosti» e «scovati» in questi anni. Si potrebbe così cancellare ciò che fece il suo predecessore, il «prode» Prodi, con a fianco la cinguettante Melandri e la collaborazione esecutiva dell'avvocato Guido Rossi: salire sul carro del Mondiale vinto dai giocatori juventini dopo aver cancellato quella Signora. Silenzio stampa Chissà che ne penseranno dalle parti dell'Inter, che con Thohir ha chiuso una porta col passato tra polemiche interne e tanti addii dolorosi: Milly Moratti, ad esempio, non sarà più il direttore artistico dell'Inter. Silenzio stampa sull'argomento, anche perché in questi anni non si era mai capita la necessità di tale ruolo. I tifosi invece si erano gasati per la promessa di Hernanes di un «derby» contro la Roma. Meno felici i fan nerazzurri per la conferma del dg Marco Fassone a capo dell'area sportiva. E questa sera... Stasera toccherà ancora una volta alla Juve rispondere coi fatti contro il Milan. È chiaro che il turno di Europa League peserà sulle gambe dei bianconeri, ciononostante, non soccomberanno. Reduci dalla coppa anche i protagonisti di Fiorentina-Lazio, con i viola distratti per le accuse di Borja Valero all'arbitro Gervasoni. Potrebbe approfittarne il Napoli per consolidare il terzo posto contro il Livorno. di Luciano Moggi

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