Sanremo, il contestatore di Crozza: "E' stato violento, Festival troppo politico"
"Io non ho contestato nessuno. Dico solo che il Festival di Sanremo è il Festival della canzone". A parlare, intervistato da Nino Luca per il Corriere della Sera, è Letterio Lillo Munafò, uno degli spettatori che martedì sera all'Ariston si è alzato in piedi per fischiare Maurizio Crozza. Per togliere d'impaccio l'attonito ospite, che aveva appena finito di imitare (e sfottere) Silvio Berlusconi, è dovuto tornare sul palco Fabio Fazio, invitando la platea alla calma. "Li conosciamo, sono i soliti contestatori", ha detto il presentatore in diretta, ribadendo nella conferenza stampa di mercoledì mattina che i contestatori "non erano più di due". "Assolutamente no, eravamo una cinquantina a protestare. Ed io ero solo con mia moglie". Niente manovra di disturbo, dunque, sebbene qualcuno l'abbia adombrato. "Crozza violento" - Anche perché Munafò, 65 anni, nato da genitori siciliani e vicepresidente del Lecce calcio, è stato consigliere del Pdl a Legnano, in Lombardia, fino al 2012. Fischi di partito, dunque? "Non fatene un discorso politico - replica al Corriere -. Sono stato anche assessore con i socialisti se è per questo ma ora ho chiuso con la politica. A Sanremo hanno portato l'Armata rossa, i due presentatori sappiamo da dove arrivano... mancava solo la falce e il martello. Con le elezioni tra dieci giorni, è stata una cosa giusta?". Crozza è un bravo comico, sottolinea Munafò, ma troppo politicizzato. A farlo andare su tutte le furie è stato soprattutto il clima montato, un'isteria e un'attesa del siparietto anti-Cav che alla fine, puntualmente, è arrivato. "Il discorso di Crozza è stato violento. Se avesse iniziato criticando gli altri avrei fatto la stessa cosa. Si poteva chiamare Crozza o con un altro nome, io ero andato a Sanremo per la canzone italiana e invece mi sono ritrovato a Tribuna politica. Volevo essere trattato da italiano e invece sono stato trattato come un rappresentante del popolo più stupido del mondo. E invece siamo i più intelligenti". Un biglietto da 168 euro - Dopo essersi alzato per fischiare, ha scelto di andarsene. "Ho deciso io", spiega l'ex consigliere Pdl, cui subito dopo le intemperanze hanno chiesto i documenti. Fazio, come detto, "lo conosceva": "Ci siamo conosciuti a Courmayeur a sciare. Lui era ospite di Carlo Conti a Capodanno. Ci siamo anche salutati", ha ricordato Munafò, che secondo alcuni era già presente a Sanremo l'anno scorso, a contestare Adriano Celentano. Su questo punto non conferma, ma anticipa che il suo Festival non finisce qui: ha già comprato il biglietto per mercoledì, giovedì, venerdì e sabato, totale 168 euro. Logico che, sborsata quella cifra, uno al Festival della Canzone italiana non voglia sentire sempre e solo la solita musica, no?