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Ignazio Marino, figuraccia Capitale: chiede a Obama di andare con lui al Colosseo, Barack gli dice no

Giulio Bucchi
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D'accordo l'incontro in Vaticano con Papa Francesco, d'accordo quello con il premier Matteo Renzi a Villa Madama. Ma metà Roma, c'è da scommetterci, ricorderà la giornata di Barack Obama nella Capitale come quel grande due di picche al sindaco Ignazio Marino. E' Dagospia a riferire per primo l'imbarazzante siparietto messo in scena nelle ultime ore dal primo cittadino noto per gaffe e autogol: a pochi giorni dall'arrivo del presidente americano, Marino avrebbe chiesto allo staff di Barack, tramite la Soprintendenza per i Beni archeologici di Roma, di potersi "infilare" nella visita già organizzata al Colosseo insieme all'archeologo. Obama dà buca - La Soprintendenza, riferisce Dagospia, era perplessa perché fino a quel momento il Comune non si era fatto vivo. Dettaglio piuttosto insolito per una visita ufficiale tanto attesa. Evidentemente Marino ha annusato, in ritardo, la possibilità si farsi fare qualche scatto promozionale accanto a Obama, che però ha cortesemente rifiutato. Motivazione lapidaria: quella al Colosseo "è l'unica parte privata della visita del presidente, il suo vero momento di svago". Dunque: niente scocciatori, please. Marino ha dovuto salire sulla sua amata bicicletta e tornare al Campidoglio con le pive nel sacco. Ritorno a casa -  Obama si è imbarcato questa mattina alle 10 e 50 sull'Air Force One. E il suo passaggio in aeroporto era l'ultima possibilità che Ignazio Marino aveva per incontrare il presidente degli Stati Uniti. Così, sulla pista del Leonardo Da Vinci, il sindaco di Roma si è recato ai piedi dell'aereo presidenziale e ha potuto parlare con Obama, ritagliandosi - finalmente - i suoi 5 minuti di celebrità all'ombra di Barack.

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