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La sinistra processa Renzi per il patto con Berlusconi

Ignazio Stagno
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Matteo Renzi adesso rischia di perdere una parte del suo partito. Dopo l'incontro col Cav, il rottamatore ha subito un vero e proprio processo da parte dei cuperliani e dei bersaninai come anche dalla stampa "amica" di Repubblica. L'accusa è una sola: "Hai riabilitato e riportato sulla scena Berlusconi". Il primo a puntare il dito contro Renzi è l'ex viceministro dell'Economia Stefano Fassina: "Mi sono vergognato, l'incontro con Silvio Berlusconi non andava fatto ed è stato un errore politico". Fassina aggiunge che "la profonda sintonia" trovata da Renzi con il Cavaliere "è preoccupante". Mentre sull'accordo su un presunto modello ispanico come sistema elettorale, l'esponente della minoranza Pd dice: "È un Porcellum truccato con le liste bloccate. È meglio il doppio turno". Poi fa una proposta: "Bisognerebbe sentire online il parere degli iscritti al Pd sulla riforma della legge elettorale". "Andava coinvolta Forza Italia - continua l'ex viceministro - per la legge elettorale, ma quel partito ha dei capigruppo. Abbiamo votato per l'interdizione politica di Berlusconi dopo la condanna definitiva, da ieri pomeriggio la legge è un po' meno uguale per tutti. Così diamo ossigeno a quella destra che ha scelto gli interessi personali di Berlusconi prima di quelli del Paese". La bordata di Cuperlo - Poi arriva Gianni Cuperlo, presidente del Pd e leader dell'ala rossa del partito che rincara la dose: "Sul merito per ora "è difficile giudicare", ma "sul metodo, ritengo sia sbagliato". Cuperlo sottolinea che da tempo Silvio Berlusconi "non dominava le prime pagine per il suo ruolo politico" mentre "tra ieri e oggi è tornato a farlo". Che le riforme si facciano, chiarisce, "me lo auguro con tutto il cuore. Ma, dio non voglia, che il prezzo da pagare sia resuscitare sul piano politico chi abbiamo combattuto negli ultimi 20 anni". Anche perché "il timido Letta aveva accompagnato il capo della destra sotto il cartello 'Exit'; il vulcanico Renzi l'ha accolto sul tappetino 'Welcome'. Spero sia la mossa del cavallo, e non il passo del gambero". Perché un conto è, spiega il leader della minoranza dei democratici, "discutere le riforme anche con Forza Italia, altra è allargare la 'profonda sintonia' con Berlusconi agli altri. un metodo sbagliato che punisce le forze impegnate nel governo con noi e che il capo della destra lo avevano messo all'angolo solo tre mesi fa. Colpisce che anche il Pd domani in direzione verrà messo davanti al fatto compiuto". Insomma l'ala rossa del pd non digerisce il patto del Nazareno. Nessuno per ora parla di scissione ma di certo qualcosa da ieri nel Pd è cambiato. La mazzata di "Repubblica" -  Anche Egenio Scalfari su Repubblica prima e a In Mezz'Ora dalla Annunziata poi ha criticato fortemente Renzi: "Il Pd rischia di somparire. Adesso c'è solo il partito di Renzi. Matteo ha riportato Berlusconi al centro della scena e ha commesso un errore fatale". Dopo un mese la sinistra ha già abbandonato il rottmatore e posato le bandiere che lo portarono a vincere le primarie per la segreteria. Quell'8 dicembre per Matteo non è stata un'Immacolata, ma una "domenica delle palme". Dopo gli "osanna" i rossi vogliono crocifiggerlo. 

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