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Forza Italia, Brunetta: "148 deputati Pd sono abusivi, devono lasciare il Parlamento"

Renato Brunetta

Ignazio Stagno
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La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge elettorale. Ma insieme alla norma ad essere fuorilegge sono anche un centinaio di parlamentari del Pd. Renato Brunetta ora ne chiede la testa e lo fa a gran voce: "Sono 148 i deputati abusivi della sinistra". L'accusa arriva da Renato Brunetta, che "dopo la sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha bocciato l'attuale legge elettorale", chiede di rendere "immediatamente esecutive le indicazioni che sono state date". "I deputati eletti a Montecitorio (dove ancora non sono state convalidate le elezioni dello scorso febbraio) grazie al premio di maggioranza, sono di fatto decaduti e i seggi assegnati grazie a quel premio, giudicato illegittimo dalla Consulta, dovrebbero essere riassegnati subito tra gli altri gruppi presenti in Parlamento", ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia alla Camera. "Via gli abusivi" - "Con la redistribuzione dei seggi il centrodestra avrebbe in tutto solo due onorevoli in meno del centrosinistra, situandosi a 190 e guadagnandone dunque 66 rispetto agli attuali 124. Allo stesso tempo il Pd passerebbe ad esempio da 292 deputati a 165, Sel da 37 a 21. Insomma se la sentenza della Consulta diventasse esecutiva, in Parlamento ci sarebbe un vero e proprio terremoto. Brunetta però chiede una nuova legge elettorale: "Quanto al problema della nuova legge elettorale, essa dovrebbe venire adottata dal Parlamento nella nuova composizione a seguito della ridefinizione dell'assegnazione dei seggi o dal governo con un decreto-legge di emergenza limitato a tamponare la situazione in vista dell'elezione di un nuovo Parlamento legittimo cui spetterebbe di riesaminare la questione". Napolitano blinda il Parlamento - Intanto a Brunetta risponde Giorgio Napolitanio che di fatto blinda il Parlamento: "E' la Corte stessa che non mette  in dubbio che ci sia una continuità nella legittimazione del   Parlamento. Parliamo di una sentenza della Corte Costituzionale che   espressamente si riferisce al Parlamento attuale dicendo che esso può  ben approvare in qualsiasi momento la legge elettorale. Ma riformare la legge è un imperativo". 

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