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Decadenza Berlusconi, decisiva la montiana Lanzillotta

Linda Lanzillotta

Michele Chicco
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La Giunta per il regolamento ha deciso per il voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. L'esito del voto al limite: 7 favorevoli e 6 contrari. Un senatore è stato decisivo: Linda Lanzillotta, montiana ed ex ministro dell'ultimo governo Prodi, si è accodata al Partito democratico e ai 5 Stelle sostenendo la necessità di dover votare alla luce del sole sebbene il regolamento prevedesse altro. A lei, insomma, è toccato il compito di vendicare Mario Monti: l'ex premier ha avuto giorni convulsi, ha lasciato la presidenza di Scelta Civica e si è tolto parecchi sassolini dalle scarpe. Monti se l'è presa con Pierferdinando Casini e con Mario Mauro, con tutti i centristi che avrebbero voluto rispettare le regole e trattare la decadenza del Cavaliere come è sempre stato fatto, votando a scrutinio segreto. E ha puntato il dito anche contro il Cav, affermando che è impossibile qualunque alleanza con un Pdl non "depurato" dal suo leader. Ministro - La Lanzillotta prima di arrivare alla corte del Prof ha girovagato nei meandri della politica italiana. Da giovanissima era militante del gruppo filo-maosta dell'Unione dei Comunisti Italiani poi si è imborghesita ed ha vestito i panni della parlamentare socialista. Non contenta ha aderito alla Margherita ed è stata di nuovo eletta alla Camera e premiata da Romano Prodi con un ministero: Affari regionali e autonomie locali. Nel 2009 ha voltato le spalle al Pd ed ha seguito Francesco Rutelli in Alleanza per l'Italia. Dopo il caos nato dall'affaire Lusi si è lavata le mani ed ha abbandonato anche Rutelli. Era tranquilla perché sapeva di poter contare su una nuova scialuppa di salvataggio: il prof bocconiano Monti.  Altri componenti - Insieme a lei che oggi ha mostrato lealtà a chi l'ha riportata in Senato, altri sei senatori hanno votato contro Silvio: Luigi Zanda, Francesco Russo, Anna Finocchiaro del Pd; Maurizio Buccarella e Vincenzo Santangelo del M5S; Loredana De Petris di Misto-Sel. A voler rispettare le regole, invece, c'erano quelli del Pdl: Anna Maria Bernini, Donato Bruno e Francesco Nitto Palma. Insieme a loro tre anche Karl Zeller del SVP e Mario Ferrara di Gal e Roberto Calderoli della Lega Nord. Il presidente della Giunta è Piero Grasso che però, secondo prassi, non ha partecipato al voto.      

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