Silvio Berlusconi e lo show che ha fatto infuriare Matteo Salvini, il retroscena: dietro c'è Gianni Letta
Ci sarebbe Gianni Letta dietro lo "show" di Silvio Berlusconi al Quirinale che ha fatto saltare il tavolo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il retroscena di Repubblica svela come sia stata piuttosto agitata l'ultima notte prima del secondo giro di consultazioni che ha portato il leader di Forza Italia e quello della Lega davanti al presidente Sergio Mattarella, insieme a Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia. Leggi anche: Meloni e Berlusconi, alta tensione dietro la tenda Com'è finita, è cosa nota. Berlusconi che, dietro a Salvini, conta platealmente i tre punti fondamentali concordati con gli alleati, in seconda fila ma da primo attore. E soprattutto la frase su "i veri democratici e chi non conosce l'abc della democrazia", rivolta ovviamente al Movimento 5 Stelle. Una uscita a gamba tesa non prevista che ha provocato le ire dei leghisti e della stessa Meloni. Un colpo di teatro, pare, studiato a tavolino. Fino a poche ore prima, scrive Repubblica, i leghisti erano sicuri di aver convinto al "passo di lato" Berlusconi. Letta però ha ribadito l'importanza di non mollare nulla, formalmente e simbolicamente. Impossibile accettare il veto sulla persona stessa del Cav, posto dai 5 Stelle. "Mercoledì sera c'è stata una spaccatura e Berlusconi non voleva più andare al Quirinale. Poi nella notte tutto è rientrato", ha spiegato il direttore Alessandro Sallusti a Otto e mezzo, da Lilli Gruber su La7. Leggi anche: Salvini, dopo il disastro lo sfogo. "Agli italiani girano le p***" Tutto fila liscio fino alla riunione dei forzisti a Palazzo Grazioli, all'ora di pranzo di giovedì, poche ore prima dell'incontro da Mattarella. Quando verso le 15 arrivano Meloni e Salvini, scrive ancora Repubblica, Berlusconi fa trovare agli alleati un discorso già preparato, con i passaggi chiave del "niente veti", "centrodestra che si fa carico unitariamente della responsabilità di dar vita a un governo" e "credibilità in Europa". Davanti alle telecamere, poi, il colpo di teatro di Silvio: "Dovevo far capire che non sono uno che sta in seconda linea", ha confessato a un giornalista di Radio Capital. Nessuno mette Berlusconi in un angolo, figurarsi se può farlo un Di Maio qualsiasi.