Berlusconi, i candidati alle Politiche scelti in base a età, sesso e lavoro
Lui non sa ancora in quale ruolo giocherà - se da «punta, regista o allenatore» - la partita elettorale del 2018. Ma la squadra di Forza Italia, mai come questa volta, Silvio Berlusconi la vuole a sua immagine e somiglianza. Il team azzurro, collegio per collegio, circoscrizione per circoscrizione, lo deciderà lui. La «selezione dei candidati è e sarà materia di competenza esclusiva del presidente Berlusconi», ha fatto sapere il quartier generale del Cav dopo le indiscrezioni di stampa sul presunto "partito dei sindaci" incaricato di fare scouting sul territorio. Il «casting» avviene ad Arcore, dove ogni sabato sono ricevuti gli esponenti di quella «società civile» cui Berlusconi vorrebbe affidare fino a metà dei posti nelle liste forziste. Fatto sta che a villa San Martino i provini sono in pieno svolgimento. Finora l' ex premier ha testato gli avvocati, la categoria con la quale il mondo berlusconiano vanta da sempre un canale privilegiato. Si procede per professioni: dopo i legali, toccherà a ingegneri, imprenditori e medici. Oltre al plenipotenziario Niccolò Ghedini, sono tre le figure chiave di questa opera di reclutamento: il senatore Andrea Mandelli, responsabile dei rapporti con le professioni; Marcello Fiori, numero uno del dipartimento Enti locali, l' antenna del Cav sul territorio; e Francesco Ferri, l' imprenditore che guida il Centro studi per il pensiero liberale, il think tank composto da imprenditori e professionisti, l' officina delle nuove leve. Berlusconi ha tracciato l' identikit del candidato forzista del prossimo anno: bella presenza, giovane ma non giovanissimo (servono «esperienza» e «autorevolezza»), ottimo eloquio (da sfruttare in ambito televisivo) e volto rassicurante. Meglio se femminile. Una squadra rinnovata, dal profilo moderato, in grado di intercettare consensi trasversali - in primis dall' area del non voto - e dotata di «capacità manageriali e di relazioni». Con Berlusconi, naturalmente, sempre in primo piano. Il Cav si è ripreso la scena e adesso non la lascia più. Stasera l' ex premier sarà ospite di Bruno Vespa nel salotto di Porta a Porta. Ieri, invece, intervista al Tg1 per ribadire che le elezioni si vincono con le «idee moderate, cattoliche, liberali. Quelle del Ppe. Anche per questo sono in campo». Ma poco prima, via Twitter, aveva offerto un assist al Carroccio, che usa «toni diversi dai nostri», ma possiede «una cultura di governo responsabile». Quella che non ha il M5s: «Capisco e condivido la rabbia e la delusione dei loro elettori», ma affidare l' Italia a chi «non ha mai lavorato» né «amministrato un codominio sarebbe la rovina». Oltre alla partita delle Politiche, Berlusconi punta a vincere anche quella delle Amministrative. Nel 2018 si voterà in quattro Regioni (Lombardia, Lazio, Friuli e Molise) e circa 700 Comuni. Con gli alleati sono già iniziate le frizioni per le candidature degli aspiranti governatori. Posto che la Lega potrà contare sul possibile bis di Roberto Maroni in Lombardia, Forza Italia rivendica Lazio e Molise. Ieri si è riunito il comitato azzurro incaricato di trattare con Lega e Fratelli d' Italia. Una prima presa di contatto, sotto la supervisione del senatore Altero Matteoli, in vista del confronto che si aprirà la prossima settimana con gli alleati. Per la Lega ci sarà Giancarlo Giorgetti, per la destra Fabio Rampelli e Ignazio La Russa. di Tommaso Montesano