Il "consigliere per i diritti" del Pd:"Isinbayeva spero ti stuprino"
Su Facebook Gianluigi Piras commenta le parole dell'atleta che difendeva le leggi russe sugli omosessuali: "Spero ti prendano in una piazza e spero ti stuprino"
"Isinbayeva, per me possono pure stuprarti in una piazza". Così su Facebook scrive Gianlugi Piras, esponente del Pd, consigliere comunale a Cagliari, responsabile del Coordinamento regionale Anci Giovane, e soprattutto presidente del Forum Regionale Pd sui Diritti. Il dem non ha digerito le parole dell'atleta russa che ai mondiali di atletica ha difeso le norme del suo paese che riguardano gli omosessuali. Le parole dell'atleta - La Isinbayeva aveva detto riguardo alle leggi russe che vietano atteggiamenti omo per strada aveva detto: "In Russia non abbiamo mai avuto questi problemi e non ne vogliamo avere nemmeno in futuro. Se si permette che vengano promosse e fatte certe cose per strada, è giusto avere molta paura per il futuro del nostro Paese. Noi ci consideriamo persone normali. Viviamo soltanto uomini con donne e donne con uomini. Certi atteggiamenti e certe parole sono irrispettosi verso il nostro Paese e per i nostri cittadini. Siamo russi e forse siamo differenti rispetto agli europei. Ma abbiamo la nostra casa e tutti devono rispettarla. Quando noi andiamo negli altri Paesi, cerchiamo di rispettare le loro regole senza interferire". Evidentemente a Piras le spiegazioni dell'atleta non sono bastate. Così pieno di rabbia ha scritto su Facebook: "Isimbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in una piazza. Poi magari domani ci ripenso. Magari mi fraintendono". Piras non l'abbiamo frainteso, ma ci auguriamo che ci ripensi. Subito. Le dimissioni - Come era prevedibile Piras è finito sotto accusa per le sue parole choc. Le critiche gli sono piovute addosso, non solo dai frequentatori dei social network e dai suoi oppositori politici, ma anche dai colleghi di partito. E così alla fine si è dimesso. "Lo stupro è inaudita violenza. Ma il danno è enorme e quando si sbaglia, in politica come nella vita, c'e' sempre un prezzo da pagare e io intendo pagare". "A tal proposito e irrevocabilmente - scrive Piras sulla sua pagina Facebook - rassegno le dimissioni dalla Presidenza del Forum Regionale sui Diritti civili del Partito Democratico della sardegna e dalla Direzione Regionale; rassegno irrevocabilmente le dimissioni dal Consiglio comunale di Jerzu; rassegno irrevocabilmente le dimissioni dal coordinamento regionale di Anci giovane; rimetto nelle mani del Segretario Regionale e Nazionale del Partito Democratico la mia tessera di iscritto e rassegno irrevocabilmente le dimissioni da coordinatore provinciale di Prossima Italia, associazione impegnata da sempre con grande determinazione nelle battaglie in difesa dei diritti civili e che in questa fase sta sostenendo la candidatura di Giuseppe Civati alla Segreteria Nazionale del Pd". La versione di Piras - "Per essere molto più chiari: il significato del mio post non è neanche lontanamente da intendersi come un augurio o un auspicio a che la Isinbayeva (e chicchessia ) possa essere stuprata ne in piazza ne altrove" assicura Piras. "Il paradosso da me utilizzato e' semmai da intendersi in questo senso: talmente sono gravi le affermazioni della Isinbayeva che, indirettamente e in virtù di quelle affermazioni, arriva a giustificare una legge tra le quali conseguenze registriamo casi di stupro di donne lesbiche; e siccome a poco valgono, al fine di dimenticare la violenza di quella affermazioni, le successive dichiarazioni quali 'Isinbayeva ci ripensa: sono stata fraintesa', è come se io, paradossalmente, dichiarassi: 'Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari domani ci ripenso. Magari mi fraintendono'. Questo l'unico e solo significato di questo post. Purtroppo però, io non ho scritto un post il quale significato e senso fosse immediatamente comprensibile, e non intendo e non posso permettermi di liquidare il tutto con un 'non avete capito e mi avete frainteso' perchè quando sono in tanti e in troppi a non aver capito, allora la responsabilità è in capo a chi, evidentemente, non si è fatto comprendere". (I.S.)