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La Camera dei fannulloni:tre leggi in tre mesi

L'Aula gode di qualche attenuante (il pre-incarico a Bersani e l'elezione del presidente della Repubblica hanno allungato i tempi). Ma il bottino è scarno

Andrea Tempestini
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Quattro in tre mesi. Questo lo sconfortante totale messo a segno dal Parlamento. Nel dettaglio si tratta di una mozione di fiducia al governo, di una proposta di legge di iniziativa parlamentare e due conversioni di decreti legge. Per quel che riguarda i disegni di iniziativa governativa siamo ancorati a zero. E' decisamente magro il bollettino ufficiale del lavoro svolto dai 630 onorevoli in quasi tre mesi di attività, un bollettino reperibile sul sito della Camera dei deputati. Un bottino magrissimo a fronte di trenta ore di seduta dell'Assemblea. In totale, l'aula di Montecitorio è stata impegnata per 108 ore e 55 minuti di seduta, soltanto 28 ore e 38 minuti dedicati all'attività legislativa vera e propria (di cui 15 ore e 24 mintui per le discussioni generali e 13 ore per l'esame degli articoli e il voto finale). Tutto il resto del tempo è volato via tra sedute per attività di indirizzo e controllo (44 ore e 48 minuti) e per altre attività di esame (per un totale di 35 ore e 29 minuti). Camera deserta - Il conto dell'attività parlamentare è presto fatto. Tra i "colpi" messi a segno, il decreto sulla sospensione dell'Imu, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione e il decreto salute. Ci sono poi due higlights che, c'è da scommetterci, saranno sfuggiti ai più; la ratifica dell'imprescindibile accordo tra Italia e Lituania e quello tra Italia e San Marino, fresco fresco, approvato lo scorso 11 giugno. Non che nelle precedenti legislature il passo fosse stato molto più spedito, ma queste cifre, nei giorni bollenti dell'anti-politica che infiamma gli animi del popolino, sono destinate a fare un certo effetto. Come ha fatto un certo effetto - negativo, inutile sottolinearlo - il fatto che nel giorno in cui Montecitorio era chiamato a commemorare la morte del capitano Giuseppe La Rosa, ucciso in Afghanistan, il ministro della Difesa, Mario Mauro, fu costretto ad esprimere tutta la sua "profonda amarezza". Perché? Semplice, perché la Camera era deserta. Situazione analoga si presentò il 27 maggio, quando l'aula era semi-deserta nel momento della ratifica della Convenzione di Istanbul contro il femminicidio. Le attenutanti - Certo, questo Parlamento gode anche di qualche attenuante. Le Camere si sono insediate il 15 marzo, e subito dopo la proclamazione degli eletti e la costituzione dei gruppi ci fu un lungo stallo dovuto prima alle consultazioni e al fallimentare pre-incarico concesso da Giorgio Napolitano a Pier Luigi Bersani (era il 20 marzo), poi alla drammatica elezione del Capo dello Stato (il rebus fu risolto con la rielezione di Napolitano - e il crollo del Pd - soltanto il 18 aprile). Si è poi insediato il governo Letta, è stata votata la fiducia (29-30 marzo) e di fatto il Parlamento avrebbe dovuto iniziare a lavorare in un giorno di vacanza, il primo maggio. Dalla festa del Lavoro sono passati un mese e 15 giorni, ai quali vanno sottratti i sette sabati e le sette domeniche, nonché i venerdì, perché la Camera - eccezion fatta per i giornalisti - nell'ultimo giorno della settimana è, da sempre, deserta. 

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