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Un incubo per la politica:Santoro scende in campo?Già depositato il simbolo

Gli uomini di "Servizio Pubblico" vanno dal notaio e registrano il "Partito Liquido" (il logo ricorda l'epoca fascista). Punta alle prossime elezioni?

Andrea Tempestini
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  di Fosca Bincher Il deposito è avvenuto a sorpresa a una manciata di ore dalle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Il 21 febbraio scorso al ministero dello Sviluppo economico, ufficio italiano brevetti e marchi, è stato depositato il simbolo di un nuovo partito politico. Il nome è «Partito liquido», e come descrive la scheda del ministero «il marchio è composto da un cerchio contenente quattro triangoli che descrivono delle frecce poste in direzioni opposte. Sotto il cerchio è presente la scritta partito liquido basata sul font Mostra Three». A guardarlo sembra un simbolo dell'epoca fascista, e invece è il nuovo partito registrato da Michele Santoro e della sua compagnia che produce e realizza per La7 la trasmissione Servizio Pubblico. Lo stile di Partito pubblico e il design del marchio è davvero tipico dell'Italia fascista. Il font utilizzato in realtà è stato inventato a Minneapolis nel 2001 dal disegner americano Mark Simonson, che espressamente lo ha mutuato «dall'Art decò italiana», che era appunto lo stile tipico usato dal fascismo nelle grandi opere architettoniche degli anni '30 in Italia e nelle colonie africane.  Il nuovo partito è stato formalmente registrato dalla Zerostudio's srl di Roma, che è proprio la società fondata per produrre la trasmissione tv Servizio Pubblico quando Santoro lasciò la Rai. All'inizio gli azionisti erano solo il conduttore tv e la consorte, Sanja Podgayski. Poi mano mano sono entrati altri soci, con numerosi ribaltamenti di azionariato. Fra i primi ci fu l'imprenditore televisivo e produttore Sandro Parenzo, che proprio negli ultimi giorni è uscito separando le strade. Oggi Santoro e la moglie controllano con quote paritarie il 50,26% della società, un altro 24,87% è posseduto dalla Associazione servizio pubblico (i sottoscrittori volontari che permisero a Santoro di andare in onda l'anno scorso), il 22,61% è posseduto dalla Editoriale Il Fatto spa che pubblica il quotidiano diretto da Antonio Padellaro e Marco Travaglio e l'ultimo 2,26% è di Maria Fibbi, una professoressa esperta di scrittura creativa che investì 45 mila euro nella nuova avventura televisiva del suo conduttore preferito.  L'idea del partito liquido fu per altro annunciata dallo stesso Santoro in apertura dell'ultima stagione televisiva di Servizio Pubblico. Sembrò però una boutade anche per fare pubblicità al lancio su La7: il riferimento era alla piattaforma dei pirati tedeschi e lo strumento di una qualche utilità per il programma. Ma del partito nelle settimane successive non si parlò più. Ora il deposito ufficiale del marchio lascia immaginare che Santoro - da sempre attratto dalle sirene della politica - voglia fare sul serio. Forse puntando sulla fine anticipata di questa legislatura o sulle amministrative che non mancano mai in Italia.  

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