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Senato, Napolitano e la lettera contro Berlusconi

Lucia Esposito
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Giorgio Napolitano risponde alla contestazione di Forza Italia e Cinque Stelle che, durante il suo intervento sulla riforma del senato, ha lasciato l'auto. "Sono usciti subito dopo il discorso di Calderoli. Poi ce n' è stato un altro. Non potevo essere io la causa di quell' esodo", scherza Napolitano su Repubblica. Su Berlusconi non si sbilancia ma la suo ironia è molto affilata e diritta come una freccia: "Entriamo nel campo della psicologia. E io non voglio fare commenti politici, figuriamoci quelli psicologici ". Ma al capogruppo Romani invia una lettera per mezzo dei commessi e scrive: "Ho letto attribuite a Berlusconi - scrive l' ex capo dello Stato - parole ignobili, che dovrebbero indurmi a querelarlo, se non volessi evitare di affidare alla magistratura giudizi storico-politici; se non mi trattenesse dal farlo un sentimento di pietà verso una persona vittima ormai della proprie, patologiche, ossessioni". L'attacco di Silvio - Il Cavaliere, dal suo canto, non ha avuto dubbi quando ha saputo che l'ex presidente della Repubblica avrebbe preso la parola in Aula. Berlusconi, come scrive Franco Bechis su Libero in edicola oggi, 14 ottobre, ha suggerito a tutti di leggersi il capitolo sul golpe del 2011 scritto da Friedman  nel suo libro e ha citato l'inchiesta di Trani sulle agenzie di rating che confermerebbero la regia di Napolitano e il golpe contro Berlusconi. "Io sono stato condannato a tre anni per molto meno. A chi si è macchiato di golpe vogliamo dare meno di quattro anni? Sì, è il minimo protestare quando prenderà la parola Napolitano". 

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