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Napolitano: "Il comunismo ha fallito"

Giorgio Napolitano

Il Capo dello Stato prende le distanze dal suo passato: "Impossibile sfuggire alla certificazione storica del fallimento. Oggi di quel pensiero resta solo l'ideologia conservatrice"

Andrea Tempestini
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  Il compagno Giorgio Napolitano si pente: "E' stato impossibile, se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estermisti sul piano politico, sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d'impronta comunista". Ipse dixit. Il Capo dello Stato prende le distanze dal suo passato nel Pci (dove era uno dei massimi esponenti della cosiddetta corrente migliorista).  Il crollo delle ideologie - Napolitano, in un lungo intervento pubblicato sull'Osservatore Romano, parla del rapporto tra etica e politica, per poi passare all'analisi del crollo delle ideologie, quella comunista in primis. Parla del "rovesciamento di quell'utopia rivoluzionaria che conteneva in sè promesse di emancipazione sociale e di liberazione umana e che aveva finito - come, con fulminante espressione, disse Norberto Bobbio - per capovolgersi, nel convertirsi di fatto nel suo opposto". Il conservatorismo - Secondo il presidente della Repubblica, del comunismo è sopravvissuta soltanto "l'ideologia conservatrice". Una posizione, questa, simile a quella espressa più volte da Mario Monti nel corso di questa campagna elettorale. Ciò che resta, insomma, assomiglia a "un fondamentalismo di mercato, tradottosi in deregulation e in abdicazione della politica, che solo la crisi finanziaria globale scoppiata nel 2008 avrebbe messo in questione".   

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