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Vendola bastona il Pd e avverte:"Monti e Sel sono inconciliabili,Bersani vuole rompere con noi?"

Nichi Vendola

Ignazio Stagno
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Pier Luigi Bersani non fa in tempo ad aprire ufficialmente a Monti che già Nichi Vendola manda in aria il centrosinistra. L'alleanza tra il Pd e Sel è debolissima quindi ad ogni scossa tellurica rischia di ver giù tutto. Nichi risponde a muso duro ad ogni ipotesi di inciucio e di accordo con Monti: "Spero - ha detto Vendola a margine di un convegno sulla cittadinanza - che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l'alleanza del centrosinistra". "Bersani ha fatto riferimento al tema pregiudiziale dei programmi - ha continuato il leader di Sel - e nei fatti quelli di Monti e del centrosinistra sono inconciliabili". Insomma non c'è speranza per un'intesa tra Prof e Pd con in mezzo Nichi. Il centrosinistra esplode prima che diventi realtà. "L'agenda Monti non è conciliabile con quella di Bersani, sia chiaro, è un dato inequivocabile". Poi una nota di forma, che però rischia di suonare sinistra alle orecchie del leader democratico: "Se fossi stato in te - spiega ancora Vendola rivolgendosi direttamente a Bersani - mi sarei dimesso da segretario del Pd, per rimarcare che sono il capo della coalizione, più di un capo partito". Il capo di tutti, dunque, e non solo del Pd. Però, "ora Bersani non ha il potere di mutilare il centrosinistra nato con le primarie - avverte Nichi -. Siamo parte integrante dello stesso soggetto". Tira e molla continuo - C'è poi da aggiungere il nuovo tira e molla a distanza tra Bersani e Monti. Il professore, quasi ribattendo il no di Vendola, ha dato pure lui un aut aut al Pd: "Deve scegliere, o me o Sel". Alla faccia della conciliazione e delle intese, il clima è furente. Da qui, probabilmente, la stizza di Bersani. Che già in mattinata si era lamentato con i giornalisti colpevoli di interpretare le sue parole sulla possibile intesa con i moderati "un giorno in un modo, un giorno in un altro. Un giorno apro, un giorno chiudo, quando invece sono due mesi che dico sempre le stesse cose". Poi, però, nel pomeriggio, la replica piccata a Monti: "Nessuno tocchi il mio polo". Non c'è che dire, buone basi per garantire dialogo e soprattutto governabilità.

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