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Lega Nord, Matteo Salvini aggredito nel campo rom. Il Pd: "Se l'è cercata, è un provocatore"

Giulio Bucchi
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"Salvini se l'è cercata", "ora basta con le provocazioni leghiste". Sono due commenti a caso tra le decine di rappresentanti della sinistra e del governo, tra Pd e Ncd, sull'aggressione subita dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini a Bologna. Un tranquillo sabato di terrore al campo rom dove il leader del Carroccio si era recato in visita "contestata" dall'ultra-sinistra cittadina. E infatti ecco, puntuale, la guerriglia fisica contro Salvini, la cui auto è stata assalita da alcuni esponenti dei centri sociali, tra insulti e sassi lanciati contro il parabrezza, sfondato. Immediata la polemica leghista con il ministro degli Interni Angelino Alfano, che non avrebbe saputo gestire una situazione "a rischio" ben nota a tutte le autorità. Il capogruppo del Carroccio al Senato Centinaio ha chiesto le dimissioni dello stesso Alfano. Salvini aggredito a Bologna: guarda il video su LiberoTv     La stampa di sinistra - "Bastardi", è stata la reazione su Facebook del leghista. Eppure, per la sinistra, il colpevole e il violento, il "provocatore", è proprio lui, Salvini. Che non avrebbe dovuto fare quello che ogni politico in realtà dovrebbe fare, e cioè visitare luoghi sensibili, come appunto un campo rom. "Salvini provoca, ma viene respinto a sassate", titolava il sito HuffingtonPost diretto da Lucia Annunziata, con linguaggio a metà strada tra la lotta partigiana (decisamente fuori tema) e barricate stile Lotta Continua. E anche altri siti ufficialmente "meno schierati" puntavano il dito contro Salvini che avrebbe cercato di "investire" i suoi aggressori, semplicemente perché ha tentato di procedere con la sua auto oltre il cordone di esagitati che gli erano saliti sul cofano.  #Salvini non cercava altro e 4 imbecilli ci sono cascati. In fondo #Lega e #Centrisociali sono speculari. Indagare su aggressori e autista— Dario Ginefra (@DarioGinefra) 8 Novembre 2014 "Chi semina vento, raccoglie tempesta" - In realtà, sono i commenti dei colleghi di Salvini, i politici, a dover allarmare di più. "Salvini non cercava altro e 4 imbecilli ci sono cascati. In fondo Lega e centri sociali sono speculari. Indagare su aggressori e autista", è il tweet del deputato del Pd Dario Ginefra. D'altronde, sassi e volante sono la stessa cosa. "Chiunque usi violenza non ha nessuna giustificazione - esordisce il candidato governatore dell'Emilia Romagna per i dem, Stefano Bonaccini -. A Salvini va la mia solidarietà. Ma lui - ecco il distinguo d'ordinanza a sinistra - usa quotidianamente la campagna elettorale non per discutere dei programmi, utilizzando un linguaggio provocatorio che a me non piace". Non piaceva nemmeno ai centri sociali, che a differenza di Bonaccini sostituiscono alle parole le pietre. L'eurodeputata Pd Alessandra Moretti invita Salvini "a non fare la vittima, è andato cercando un palcoscenico ben sapendo che chi come lui usa parole dure come pietre provoca reazioni ancor più dure". "Chi semina vento raccoglie tempesta", è il commento in linea del senatore di Ncd Giuseppe Esposito. Immaginate Chaouki al posto di Salvini - In fondo, anche queste reazioni erano prevedibili. Bastava leggere quel che diceva l'assessore ai Servizi sociali di Bologna, Amelia Frascaroli, alla vigilia della visita di Salvini a proposito del precedente di qualche giorno fa, con la consigliera leghista Borgonzoni presa a calci e pugni al campo rom di via Erbosa: "Il suo sopralluogo è stato una grave mancanza di rispetto, era andata lì per provocare. E capisco che in certi casi qualcuno possa perdere la pazienza". Domanda finale: cosa sarebbe successo, come ha scritto più d'uno sui social network, se "alcuni estremisti di destra avessero distrutto l'auto del deputato del Pd Khalid Chaouki e qualche ora dopo Salvini avesse dichiarato alle agenzie: Condanniamo la violenza, ma Chaouki la smetta di fare propaganda elettorale". 

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