Mario Monti sente che tira una brutta aria. La campagna elettorale è stata travolta dall bufera del Monte dei Paschi di Siena. Giuseppe Mussari è diventato il tappo che ha fatto saltare i giochi. Riflettori accesi sul Pd e soprattutto sul governo tecnico che ha messo sotto il loden la banca toscana con un bel prestito per evitare che fallisse. Mario Monti respinge ogni accusa: "Il governo ha destinato al Mps la cifra ricavata dall’Imu? Ciò che è stato previsto non è una cifra a fondo perduto, ma un prestito. Ma nulla è stato sborsato finora, è una somma di 2 miliardi, il resto è il rimborso dei precedenti 'Tremonti bond’, sono soldi che comunque andranno rimborsati con alti prestiti, con tassi onerosi", ha spiegato Mario Monti a Radio anch’io. "Cade qualsiasi parallelismo con l’Imu. Eliminando questa nuvola terroristica rispetto agli importi, si tratta di fare chiarezza. Il prestito è stato chiesta dall’Autorità bancaria europea". Scarica Bersani - Dunque secondo il premier l'operazione è regolare da parte sua ma non risparmia il Pd di Pier Luigi Bersani: "Il Pd ha sempre avuto molto influenza attraverso la fondazione e la banca, ma non sono venuto qui per attaccare Bersani, ma per attaccare il fenomeno della commistione tra la banca e politica che va ulteriormente sradicato". Per il premier "la commistione tra banca e politica" è "una brutta bestia". Dunque per il Prof, Bersani c'entra eccome nell'affare Mps. E pian piano, con il Pd che comincia ad andare giù sotto i colpi di Mps, Monti in sostanza vuole dare un "avvertimento" a Bersani per non avere polvere sul loden. Il Prof vuole comandare e nel dopo voto vuole un posto in prima fila. Mps è l'arma per ricattare il segretario. Ma Bersani non ci sta e risponde: "Monti ogni giorno trova un difetto al Pd. Ma per un anno non ne ho mai sentiti". Apertura al Pdl - E allora cosa fare? Basta riprendere le carte in mano e mischiarle ancora una volta. "Siamo con le nostre idee e per superare altre idee", osserva il premier, "saranno le altre forze politiche a fare la scelta se avere una collaborazione con noi, dipenderà da quali politiche metteranno in campo. Quindi massima apertura ai riformisti di Pd e Pdl anche sul tema delle alleanze, stretta chiusura ai massimalisti che impediscono le riforme". Nichi Vendola dunque è ancora il pericolo numero uno per il Prof. E a sorpresa, pur di lasciare affogare Bersani nel mare nero del Monte dei Paschi, Monti riapre al Pdl: "Ci potrebbe anche essere una collaborazione con il Pdl, molti elettori del Pdl sono insoddisfatti, magari il Pdl non sarà sempre guidato da Silvio Berlusconi. Si potrebbe una volta emendata dal tappo che impedisce le riforme dialogare con il Pdl". L'aria si è fatta pesante a sinistra. Monti vuole il timone. Ma il gioco è rischioso. Per prendere voti sia a destra che a sinistra il Prof rischia di perdere i suoi.