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Pd, Renzi: "Bonus 80 euro anche per pensionati e partite Iva"

Ignazio Stagno
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"Se vinco di un punto o perdo di un punto cambia poco per il governo, ma cambia molto per l'Europa". "Se dovessimo fare il 26 per cento Sarebbe più dell'altra volta, ma vorrei fare un pò di più". Matteo Renzi sceglie la Toscana per chiudere la campagna elettorale del Pd in vista del voto per le europee. Il premier parla a Prato e poi a Firenze. Il Pd teme il sorpasso di Grillo e così Renzi si blinda a palazzo Chigi e mette nel mirino il leader pentastellato. "Fare politica è la cosa più bella se fatta con i valori dell'onestà. E lo diciamo perché qualcuno ha inteso imbracciare le armi della legalità. Noi non accettiamo lezioni di legalità da chi come Grillo è andato in Sicilia a dire che la mafia non esisteva. Noi abbiamo i nostri martiri". "80 euro per tutti" - Poi arriva la solita "televendita" sugli 80 euro in busta paga: "Gli 80 euro sono una realtà, un dato di fatto. Alla faccia dei gufi. Sono 80 euro in più di quelli di prima perché è la prima volta che restituisce dei soldi ai cittadini. C'è chi la chiama elemosina noi la chiamiamo giustizia sociale. Ma non è che l'inizio. Il Governo vuole pensare anche ai pensionati e alle partite Iva". Insomma il premier prosegue sulla strada degli annunci e ora promette il bonus anche ai pensionati e alle partite Iva, ignorando come sempre le coperture che nelle casse del governo non ci sono.  Poi Renzi parla da Firenze e dalla sua città (dove non è mancato qualche fisco) attacca ancora i grillini: "C'è chi tra noi viene nelle piazze per cercare di provocare, di fare polemica. A loro rispondiamo con un sorriso, senza alcuna polemica: salveremo l'Italia anche per loro. A chi insulta rispondiamo con lavoro e bellezza. C'è chi, durante questo viaggio, è venuto in piazza solo per insultare. A loro rispondiamo con la bellezza e non con gli insulti, con l'operosità e non con gli insulti". Poi ribadisce il concetto: "Noi andiamo in Europa a rappresentare la bellezza, non gli insulti, la cultura e non i “vaffa” e gli odi". Insomma il premier si gioca la carta della responsabilità. Ma finora ha parlato solo con spot e annunci. I fatti stanno a zero. E la paura di fare la fine di Bersani comincia a togliere quella sicurezza che il rottamatore aveva solo qualche settimana fa...  

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