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Fanno il pugnopoi si vergognanodel comunismo

Imbarazzo tra i Bersani boys per la foto che li ritrae festeggiare la vittoria alle primarie con il gesto dei compagni: «Macchè, è esultanza da stadio»

Matteo Legnani
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  Il pugno chiuso? Stavo afferrando una farfalla. E tu? Io ho un'artrosi da tanti anni che mi impedisce di aprire la mano.  Io invece tengo sempre il pugno chiuso per un'antica usanza di famiglia. E tu? Ah sapessi: è un linguaggio in codice per parlare con le popolazioni aborigene delle Nuova Zelanda e con gli extraterrestri venusiani, noti dispensatori di pugni chiusi. Non arriviamo a questi paradossi, ma è davvero divertente il ventaglio di scuse che i militanti del Pd hanno messo in campo per giustificare quel gesto che è venuto loro naturale, nel momento della vittoria. «È da stadio», dice uno dei collaboratori di Bersani. «Io lo faccio sempre quando faccio gol», giura un altro. E la splendida Alessandra Moretti arriva all'abiura:  «Il comunismo? Che c'entra il comunismo?». Ma sicuro: il pugno chiuso non c'entra nulla con il comunismo. E la bandiera rossa è nota solo perché la usa il torero. La vicenda è questa. Domenica sera, al cinema teatro Capranica di Roma,  c'è stata la festa per la vittoria alle primarie. La foto simbolo di quel momento immortala Bersani abbracciato ai suoi giovani collaboratori: la medesima Moretti, Tommaso Giuntella e Roberto Speranza. Ebbene: tutti e tre hanno il pugno alzato. Cioè il pugno chiuso. ne è nato un piccolo caso. Leggi l'articolo integrale di Mario Giordano su Libero in edicola oggi 6 dicembre  

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