Monti: "Nella lotta all'evasione abbiamo violato la privacy"

Il premier: "Nella lotta all'evasione siamo andati ai margini della violazione della privacy". Anche lui ammette che redditometro e Serpico ci rovineranno la vita
di Andrea Tempestinivenerdì 30 novembre 2012
Mario Monti

Mario Monti

2' di lettura

Ha parlato di Europa, dei suoi incontri con Angela Merkel, ha fatto ironia sulle "spine, certe volte difficili dure da inserire e non da togliere" (insomma, governare gli piace...). Il premier Mario Monti, intervenendo agli stati generali della Cida, ha confessato: "Nella lotta all'evasione fiscale in qualche caso siamo andati ai margini della violazione della privacy".  L'ammissione di colpa - Una frase con cui il premier ammette che, tra Serpico e redditometro, in nome della lotta al nero, i diritti degli italiani (già stratassati) sono stati calpestati. Ma siamo in guerra, spiega il Professore, e in un conflitto tutto è lecito. Sì, dice proprio "guerra": "Siamo in stato di guerra e non è possibile avere una pace sociale tra cittadini e Stato se non con una riduzione del fenomeno" dell'evasione. Spie per il bene comune, insomma, con buona pace della privacy degli italiani e delle gatte che avranno da pelare quando saranno bollati come "evasori fiscali" (la tolleranza del redditometro è bassissima, gli errori e le indagini fioccheranno, e nel mirino ci finirà un esercito di contribuenti onesti). No ai condoni - Sempre in tema di evasione, Monti ha rimarcato come il suo governo tecnico non ha fatto alcun condono: "Quello dell'evasione fiscale - ha spiegato il Professore - è un tema su cui ci siamo accinti con intensità, durezza e brutalità. Sapeste quante volte siamo stati tentati di fare dei condoni, e forse avremmo avuto più attenuanti morali e civili di altri governi. Ma non l'abbiamo fatto". Infine una battuta sul negoziato con la Svizzera per la tassazione dei capitali detenuti dagli italiani nel paese: "Ci poniamo dei paletti - ha spiegato Monti - perché non vogliamo forme di condono".