Feltri: "Alfano pensa solo a salvare i suoi glutei"
Il fondatore di Libero attacca a testa bassa il leader di Ncd: "Non è stato capace di costruire nulla. Pensa solo alle poltrone, ma con Renzi rischia grosso..."
Le parole di Angelino Alfano che ha definito "inutili imbecilli" gli azzurri di Forza Italia hanno scatenato un terremoto politico nel centrodestra. Alfano è in cerca di riflettori e soprattutto di poltrone, vuole negoziare i posti di ministro con Renzi. E a sottolineare i nervi tesi di Alfano arriva anche Vittorio Feltri che con un editoriale su il Giornale impallina il leader di Ncd: "Alfano promette sfracelli nel caso in cui il governo si tinga troppo di rosso e punti ad approvare leggi tipicamente progressiste, tipo matrimonio fra gay e roba del genere. Il Coniglione mannaro difende la propria botteguccia rubata al supermercato di Silvio Berlusconi, nei modi e nei tempi che tutti ricordiamo con disgusto. Egli è preoccupato. Ha perso la stampella sulla quale si era retto finora: Enrico Letta. È terrorizzato dalle elezioni europee, che affronta a mani nude e con scarse possibilità di piazzare suoi uomini, stanti le difficoltà del Ncd a superare lo sbarramento del 4 per cento, soglia minima per entrare nel Parlamento continentale. Inoltre, consapevole di non essere molto simpatico al probabile premier, lo attacca a titolo preventivo per fargli intendere che il prezzo della propria collaborazione non è basso: tante poltrone. La regola è la solita: do ut des, ti do se mi dai". "Coniglione" - Insomma, secondo Feltri Alfano è un "coniglione" impaurito che cerca di difendere le sue poltrone. Poi arriva la bordata: "Se c'è di mezzo la spartizione del potere, la politica patria mostra immancabilmente il suo volto peggiore. Questa è una latrina in cui Alfano recita egregiamente nel ruolo di protagonista. Lui, che ha abbandonato Forza Italia per andare in soccorso di Letta, ora trema al cospetto di Renzi e lo aggredisce per non esserne aggredito". "Pensa alle chiappe" - Infine Feltri spiega le prossime mosse di Angelino: "Che pena questa gente che conosce perfettamente quali siano i beni personali e ignora quale sia il bene comune. Alfano va compatito, comunque: non essendo stato capace di erigere alcunché per se stesso e il proprio gruppo, s'impegna a distruggere ciò che Matteo e Silvio stanno costruendo - un governo che, per quanto posticcio, sia preferibile al nulla che lui ha combinato - persuaso di saldare così i suoi glutei allo scranno prestigioso di ministro dell'Interno".