Il Tribunale chiude il sito di Brunetta"RaiWatch danneggia viale Mazzini"
"Io ho solo pubblicato gli atti della Commissione di Vigilanza Rai. Hanno oscurato quindi @RaiWatch. Io continuerò a fare trasparenza". E ancora: "Il mio obiettivo è Sanremo. Io voglio sapere come sono pagate le star di Sanremo. La mia colpa è voler fare trasparenza". Renato Brunetta reagisce così, su Twitter, all'ordinanza del tribunale di Bologna che ha di fatto oscurato "Raiwatch.it" in quanto utilizzava impropriamente la parola Rai. Stesso concetto ribadito nel corso della Telefonata con Maurizio Belpietro: "Voglio che siano resi pubblici i cachet degli ospiti e dei conduttori del Festival". Il sito di critica politica, facente capo a forzista Brunetta (il proprietario è però un fornitore di connessioni internet di Ravanna) era stato lanciato a settembre scorso con lo slogan “gli abbonati sono ‘in prima fila' e con diritto di parola” e al momento non è più raggiungibile. A presentare un ricorso urgente (ex articolo 700 del codice di procedura civile) era stato Viale Mazzini; e il magistrato gli ha dato ragione sostenendo che Rai è un marchio meritevole di protezione totale visto che è stato creato addirittura nel 1957. Come si legge sul quotidiano La Repubblica, l'ordinanza non interviene ovviamente sul diritto di Brunetta di fare critica politica e le pulci alle reti tv pubbliche. Ma considera il sito lesivo delle prerogative industriali di Viale Mazzini visto anche che il deputato avrebbe indicato "il sito come una sua arma politica". Da parte sua il fornitore ravennate giura di aver agito su mandato del forzista. (ma l'intestatario formale è il suo collaboratore Paolo Scacco)