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Sergio Marchionne, lo sfregio di Mario Monti nel giorno della morte: "Dovete ringraziare me se..."

Giulio Bucchi
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C'è Mario Monti dietro il miracolo di Sergio Marchionne alla Fiat Chrysler. Parola di professore, ovviamente. L'ex premier, intervistato dalla Stampa, ricorda a modo suo l'ex Ceo di Fca, sottolineando i propri meriti nell'aver convinto Marchionne e John Elkann a investire in Italia. Insomma, nel giorno in cui si celebra il genio del manager, Monti non vuol far dimenticare il loden.  Leggi anche: Porro bastona gli ipocriti, "chi deve tacere su Marchionne" Primo passo: nel 2004 i due si incontrarono in Fiat "Andai al Lingotto e cenammo assieme: mi descrisse la situazione difficile, doveva rivoltare l'azienda come un calzino. Ci confrontammo su come fare per contribuire al successo dell' Italia. Lui come manager del più grande gruppo industriale italiano e io nelle più modeste funzioni di presidente di un'università ed editorialista del Corriere". Secondo passo, nel 2012 quando Monti era già premier: "Ricordo in particolare un incontro con lui e John Elkann a settembre che durò oltre 5 ore. Parlammo di come salvaguardare la presenza di Fca in Italia, presenti anche i ministri Passera e Fornero. Ottenemmo la garanzia di maggiori investimenti in Italia, mentre il governo si impegnava a proseguire le riforme, ma non a dare sussidi". Ma il capolavoro, la svolta, era avvenuto a marzo 2012, a sentire Monti, durante un discorso al Teatro Regio di Torino: "Decisi di mettere un po' di pressione morale su Elkann e Marchionne, presenti in sala. Dissi che Torino è la città che ha fatto grande la Fiat e che la Fiat avrebbe continuato ad essere un patrimonio per tutto il Paese perché ero certo che il gruppo si sarebbe ricordato dell' impegno, del sudore e degli sforzi che gli italiani hanno fatto per rendere grande la Fiat". In fondo, c'è chi scrive la storia e chi, semplicemente, la riscrive.

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