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La mappa del potere di Matteo Renzi: guarda tutte le poltrone finite ai toscani

Nicoletta Orlandi Posti
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I casi più eclatanti sono quelli di Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, Luca Lotti sottosegretario a Palazzo Chigi e Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd. Ma sono almeno una trentina le poltrone che Matteo Renzi ha distribuito ai suoi amici toscani. Per merito, certo. Ma non può non balzare all'occhio come nel governo, nel partito, nelle società pubbliche i posti che contano siano stati occupati da gente che parla toscano. Un'evidenza che ha portato il Fatto a titolare un lungo articolo così: "Nomine, il granducato renziano". "Ormai per essere nominati a qualcosa il requisito base è essere toscani", dice una fonte che vuole restare anonima a Carlo Tecce e a Marco Palombi. Il paparazzo - Una battuta? Per nulla. Renzi si è perfino portato a Palazzo Chigi il paparazzo personale: Tiberio Barchielli, storico fotografo di Rignano sull'Arno (il paese del premier), è passato in poche settimane dalle belle ragazze in bikini del sito che dirige (Gossip Blitz) a Palazzo Chigi: è lui l'autore degli scatti ufficiali di Renzi con i leader del mondo Obama, Hollande, Cameron. Nel granducato renziano hanno un posto di rilievo Simona Bonafè, varesina di nascita ma politicamente toscanissima. Assessore a Scandicci, con la Boschi è stata tra le coordinatrici della campagna di Renzi per le primarie democratiche 2012, è diventata l'ombra di Matteo e dopo essere stata capolista è volata in Europa.  Tra le donne del premier c'è anche Antonella Manzione: già dirigente della polizia municipale a Firenze e direttore generale del Comune, è diventata capo del dipartimento Affari giuridici legislativi di Palazzo Chigi; il fratello Domenico Manzione è viceministro dell'Interno. La squadra - Nella squadra di sottosegretari c'è Antonello Giacomelli da Prato; Roberto Nencini di Mugello; Cosimo Ferri, pontremolese, Gabriele Toccafondi di Firenze, Silvia Velo) e Lapo Pistelli che fu mento del giovanissimo Renzi: ora è viceministro agli Esteri in attesa di promozione quando Federica Mogherini si accomoderà in Commissione Ue. Tra i capi-dipartimento e affini sta per entrare (manca solo la firma) Giuliano da Empoli, presidente del prestigioso Gabinetto Viesseux di Firenze, ex assessore alla Cultura e prossimo consigliere politico del presidente del Consiglio; Erasmo D'Angelis capo struttura di commissione contro il dissesto idrogeologico per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Le società pubbliche - Non potevano mancare nomine toscane nei consigli d'amministrazione delle grandi partecipate statali: Rossella Orlandi, empolese, si è beccata l'Agenzia delle Entrate, Alberto Bianchi sta all'Enel, Fabrizio Landi a Finmeccanica, Elisabetta Fabri alle Poste, Marco Seracini all'Eni. All'Eni è arrivata anche Diva Moriana, aretina trapiantata a Firenze vicepresidente di Intek la società di Vincenzo Manes finanziatore di Renzi. In Ferrovie c'è Gioia Ghezzi che ha in passato ha aiutato Renzi a Firenze a scrivere un progetto di legge sull'omicidio stradale. E pure Federico Lovadina, 32 anni, tributarista fiorentino dello studio legale Boschi-Bonifazi-Lovadina. Nel 2001 Renzi lo aveva nominato nel Cda di Mercafir, il mercato ortofrutticolo. Ora sta nel Cda delle Ferrovie. Toscano è anche Ferdinando Nelli Feroci, ambasciatore in pensione: è il commissario italiano in Europa al posto di Antonio Tajani. Nell'ombra, ma non troppo, il gran visir degli affari renziani: Marco Carrai, l'uomo più potente di Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere in Toscana, gran cerimoniere della diplomazia renziana tra politica e alta finanza.

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