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Massimo D'Alema, alla sua fondazione 3 milioni all'anno dall'Europa

Andrea Tempestini
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Uomo dalle mille risorse. E dalle mille poltrone. Lui è Massimo D'Alema, che in attesa di ottenere - chissà - un ruolo in Europa, proprio in Europa guida una fondazione che riceve una imponente quantità di fondi pubblici. "Abbiamo fatto questa fondazione, legata al Parlamento europeo, sul modello tedesco e io ne sono presidente", spiegava Baffino ad Alan Friedman. La fondazione in questione è la Eeps, Foundation for European Progressive Studies, un pensatoio di sinistra, dell'area dei socialisti europei. L'ex premier ne è presidente dalla nascita, dal 2008. E quando parla di "modello tedesco", come sottolinea Il Fatto Quotidiano, D'Alema si riferisce al sistema di finanziamento pubblico di cui gode: come in Germania, le fondazioni vengono finanziate con i soldi dei cittadini. Quanti soldi? Parecchi, nel caso specifico: tre milioni di euro l'anno, che equivalgono all'85% delle spese documentate della Eeps, mentre i soci fondatori devono contribuire con il restante 15 per cento. Contabilità - Dal 2008, dalle casse di Bruxelles per la fondazione di Baffino di soldi ne sono usciti parecchi: 16,7 milioni in totale, e le previsioni per quest'anno sono di altri 3 milioni di euro (quasi 3,1, per la precisione). Soldi che, ovvio, non appartengono affatto a D'Alema. Ma sono soldi pubblici che nell'Europa della crisi e delle politiche di austerity vengono copiosamente elargiti ad organismi senza i quali, diciamocelo, il Vecchio Continente potrebbe sopravvivere senza particolari patemi. D'Alema, per inciso, poiché presidente di una Fondazione pluri-nazionale e pluri-partitica, è solo il rappresentante ufficiale dell'organismo. Un terzo dei soldi europei vengono destinati agli stipendi della Fondazione, mentre il resto di questi 3 milioni malcontati vengono spesi in "Meeting e costi di rappresentanza". I requisiti - Contorto il meccanismo che permette di ottenere questi fondi pubblici. Per il regolamento la fondazione deve avere "personalità giuridica diversa rispetto a quella del partito", eppure la fondazione "deve essere affiliata a un partito politico a livello europeo riconosciuto dal regolamento", in questo caso ovviamente il Pse. Un regolamento contorto che prima nega e poi conferma i rapporti con i partiti. Casta europea, insomma. Una cerchia in cui D'Alema ha piazzato anche alcuni dei suoi fedelissimi. Per esempio nel bureau della Fondazione c'è Andrea Peruzy, storico braccio destro di Baffino. Come quella di cui D'Alema è presidente ci sono altre Fondazioni, per le quali complessivamente nel 2014 l'Europa ha stanziato 14 milioni di euro. Soldi nostri, bene ricordarlo. I conti - A questi 14 milioni vanno poi aggiunti tutti i soldi che vengono girati alle formazioni partitiche continentali, in totale 27,7 milioni di euro, un tesoro che viene spartito tra chi ha è rappresentato in Parlamento europeo da almeno un quarto degli stati membri. Il più grande e più ricco è il Ppe, che quest'anno riceverà circa 9,5 milioni di euro, quindi il Pse, che ne prenderà 6,3 milioni di euro, poi i Verdi con 1,9 milioni, e il Partito della sinistra europea che riceverà fondi per 1,2 milioni. Alla conta vanno aggiunti i 2,8 milioni di euro per i liberali e gli 1,9 milioni per i Conservatori e Riformisti.

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