I ministri che fanno i soldi con i libri: da Franceschini a Kyenge
Basta sedersi su poltrona a Palazzo Chigi ed immediatamente un ministro diventa uno scrittore di successo con tanto di case editrici che sarebbero disposte a tutto pur di pubblicarli. E se poi decadono, niente paura. Si ritirano fuori le cose già uscite e si ripubblicizzano. L'inchiesta di Stefano Sansonetti per La Notizia tira fuori i casi Franceschini e Kyenge. Non appena il neo ministro della Cultura si è seduto sullo scranno più alto di via del Collegio Romano, Bompiani ha riproposto paginate in cui pubblicizza quattro romanzi del ministro-scrittore: Nelle vene quell'acqua d'argento (anno 2006), La follia improvvisa di Ignazio Rando (2007), Daccapo (2011) e Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado (2013). Ora, scrive Sansonetti, "tralasciando la constatazione che Dario Franceschini, già ministro ed esponente di spicco del Pd, ha trovato davvero tanto tempo in questi anni per occuparsi di romanzi, non si può fare a meno di notare come il suo approdo ai beni culturali apra nuove prospettive di guadagno per lui e per la Bompiani. Per la serie: carpe diem". Quanto a Cecile Kyenge, non appena l'ex ministro dell'integrazione del governo di Letta si è trovata senza una poltrona a Palazzo Chigi ecco che Piemme ha dato alle stampe "Ho sognato una strada", libro il cui titolo richiama un po' alla mente il famoso "I have a dream" di Martin Luther King. Anche qui, fa notare La Notizia, forse con un eccesso di malizia, qualcuno potrebbe chiedersi come abbia fatto l'ex ministro a trovare il tempo di scrivere un libro mentre era impegnata in un governo chiamato ad affrontare gravi emergenze nel paese. Ma tant'è. Mica poteva essere da meno di Laura Boldrini che è presente in libreria con "Sotto le montagne non si incontrano mai" e "Tutti indietro" , scritte qualche tempo prima per Rcs. O di Pietro Grasso che dopo la sua nomina alla presidenza del Senato è ricomparso sugli scaffali di tutte le librerie con il suo volume, edito da Sperling & Kupfer "Per non morire di mafia" e "Liberi tutti". Perché il segreto, quando si diventa famosi, è non perdere tempo e cercare subito di far soldi sfruttando la notorietà acquisita.