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Feste, ostriche e boss: ecco chi era il trasformista Zambetti

Mimmo "pisciaturo" ha cambiato 5 partiti, dalla Dc al Pdl. Famosi i suoi party in una lussuosa villa del Mantovano e le sfuriate coi collaboratori

Giulio Bucchi
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di Leonardo Piccini Ex dirigente dell'Asl Città di Milano, Domenico “Mimmo” Zambetti, l'esponente politico lombardo che non si faceva scrupoli a intrattenere rapporti coi mafiosi delle 'ndrine, quelli già al centro della maxi inchiesta “Infinito”, che svelò la lugubre cena al centro Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano, in cui i mafiosi elessero Pasquale Zappia ai vertici dei clan calabresi lombardi, ha iniziato presto la sua attività politica. I suoi detrattori lo indicano come uomo per tutte le stagioni, pronto a cambiar casacca a seconda delle convenienze: dalla Dc, alla Cdu in compagnia di Buttiglione, al patto Segni, prima di confluire in Forza Italia e poi nel Pdl, fedelissimo di Franco Nicoli Cristiani (anche lui indagato per peculato e truffa aggravata) e ottenere nel 2005 l'assessorato all'Ambiente e all'Artigianato (famosa la sua proposta di vietare in Lombardia l'uso dei caminetti e di abbassare a 17 gradi la temperatura nelle case per combattere lo smog), e l'ambitissima poltrona di assessore alla Casa. Come un novello Cetto la Qualunque, di Domenico Zambetti, l'uomo dalle frequentazioni pericolose, oggi si racconta la passione per le feste a base di ostriche e champagne nella lussuosa villa di Grole, una frazione di Castiglione delle Stiviere a Mantova. Feste ambitissime e frequentate da imprenditori e ras della politica: nella villa a due piani con tanto di parco e vasca idro a tre piazze, Mimmo non si faceva mancare mai nulla. 

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