Roma, immigrato esce dal Cie e devasta 19 motociclette

Notte di follia di un irregolare che aveva partecipato alla protesta contro il centro di Lampedussa: spacca bidoni e centraline
di Andrea Tempestinimartedì 31 dicembre 2013
Roma, immigrato esce dal Cie e devasta 19 motociclette
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Una manciata di giorni fa aveva partecipato alla protesta delle bocche cucite, l'eclatante gesto dei migranti dopo la diffusione delle discusse immagini del trattamento anti-scabbia. Lo aveva atto all'interno del Cie di Ponte Galeria, a Roma, a centinaia di chilometri di Lampedusa. Ma la protesta univa i Cie di tutta Italia. Domenica, questo stesso ragazzo, è uscito del centro capitolino. E la scorsa notte, libero e completamente ubriaco, si è dedicato alla devastazione. Nel vero senso della parola: a suon di calcioni ha scaraventato a terra 19 motociclette, nel dettaglio cinque moto e 14 scooter. Per non farsi mancare nulla ha ribaltato 16 bidoni dei rifiuti in ghisa, e poi ha danneggiato in più parti alcune centraline della rete elettrica. Poi sono arrivati i carabinieri: ha provato a fuggire, ma braccato ha pensato bene di scagliarsi a calci e pugni contro i militari. Irregolare - Il protagonista della notte di follia è un palestinese di 31 anni, con alcuni precedenti e irregolare in Italia: è stato arrestato per danneggiamento continuato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è stato intercettato da una gazzella della polizia che transitava in viale Guglielmo Marconi: in quel momento, l'uomo stava prendendo a calci cinque moto che aveva appena scaraventato a terra. Come detto, i carabinieri hanno faticato non poco per bloccarlo. Successivamente, grazie ad alcune testimonianze, i militari hanno eseguito un'ispezione nella zona, constatando che il palestinese, prima di infierire sulle moto, aveva buttato a terra e ribaltato 16 bidoni dei rifiuti in ghisa, e altri 14 motocicli. Non pago, come detto, ha anche danneggiato alcune centraline della rete elettrica. Il 31 è poi stato ammanettato e condotto dai carabinieri in caserma. Ora lo aspetta un processo per direttissima.