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Mediatrade, assolti Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri

Andrea Tempestini
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Mediaset è salva. Vittoria in tribunale per Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri: assolti nell'ambito del processo Mediatrade, dove l'accusa aveva rispettivamente chiesto la condanna a 3 anni 2 e mesi e 3 anni e 4 mesi di carcere. Questo il verdetto dei giudici milanesi dopo cinque giorni di camera di consiglio. Nel dettaglio, i giudici della seconda sessione penale del tribunale hanno assolto il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio, mentre il presidente, Confalonieri, è stato in parte assolto e parte dei reati a lui contestati sono stati dichiarati prescritti. L'accusa rivolta ai vertici del Biscione era quella di frode fiscale: al centro dell'indagine c'erano presunte irregolarità da parte delle aziende di Silvio Berlusconi nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici. Non è arrivata nessuna condanna nemmeno per gli altri otto imputati, tra i quali il produttore cinematografico statunitense Frank Agrama. Per quel che riguarda Berlusconi jr e Confalonieri, l'assoluzione arriva perché "il fatto non sussiste", mentre per alcuni capi di imputazione è stata dichiarata la prescrizione. Ghedini: "Soddisfatti" - Il primo commento dopo la decisione del tribunale di Milano è stato quello di Niccolò Ghedini, legale di Pier Silvio: "E' una sentenza importante perché chiude un processo durato anni e riconosce la linea da noi sempre sostenuta. Siamo soddisfatti - ha proseguito - del riconoscimento della totale estraneità di Pier Silvio Berlusconi e, anche se si tratta di due processi diversi, anche Silvio Berlusconi andava assolto nel processo Mediaset. Per questo - ha ribadito - abbiamo presentato ricorso alla Corte di giustizia europea". Il presunto sistema - Il riferimento di Ghedini è al fatto che il filone Mediatrade è un processo "costola" di quello per i diritti tv nel quale l'ex premier e leader di Forza Italia è stato condannato a tre anni di carcere, di cui tre indultati. Secondo la procura, il sistema di film comprati a prezzi più alti del valore di mercato sarebbe proseguito esattamente come in precedenza. Alla fine del processo, però, non è arrivata alcuna condanna. Nel dettaglio, i giudici meneghini hanno dichiarato il non luogo a procedere per l'intervenuta prescrizione del reato di frode fiscale per l'anno 2005, mentre per gli altri anni (dal 2006 al 2008) hanno assolto Pier Silvio e "Fidel" con la seguente formula: "Il fatto non costituisce reato". Le richieste - Nel corso del processo i pm Fabio de Pasquale e Sergio Spadaro, come detto, avevano chiesto tre anni e due mesi di carcere per il figlio del Cavaliere, e 3 anni e 4 mesi per Fedele Confalonieri e Giovanni Stabilini, mentre per Daniele Lorenzano, Gabriella Ballabio e Giorgio Dal Negro, ex manager del gruppo, erano stati richiesti rispettivamente 4 anni, 3 anni e 2 mesi, 3 anni e 2 anni di carcere. Tra le richieste anche la confisca di 134 milioni di dollari, 3 anni per il banchiere Paolo Del Bue (per il reato di riciclaggio che è caduto in prescrizione) e 5 anni e 4 anni per Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun, le due cittadine di Hong Kong anche loro imputate di riciclaggio. Delle attività, secondo l'accusa, "compiute nell'interesse del loro dominus, Frank Agrama", quello che viene considerato il "socio occulto" di Berlusconi padre nel processo Mediaset. Per Berlusconi padre la richiesta di pena era stata di 3 anni e 8 mesi: era stato prosciolto dal gup Maria Vicidomini in sede di udienza preliminare, e il proscioglimento era stato confermato in Cassazione.

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