Baby squillo dei Parioli, non solo il marito della Mussolini: intercettate anche utenze dell'Onu
"Elementi probatori incontrovertibili" gravano sulla posizione di Mauro Floriani, marito della parlamentare Alessandra Mussolini, indagato per prostituzione minorile nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma sulle due studentesse che si prostituivano in un appartamento ai Parioli. Già ufficiale della Guardia di Finanza, Floriani fa parte di una lista di venti clienti (su 40 complessivamente identificati dai carabinieri) iscritti nel registro degli indagati sulla base di una serie di accertamenti investigativi (intercettazioni telefoniche, esame dei tabulati dei cellulari e riconoscimenti fotografici). Floriani ha già chiarito la sua posizione, presentandosi spontaneamente ai carabinieri nei giorni scorsi e spiegando perchè il suo numero di telefono sia tra quelli finiti nelle intercettazioni. La sua versione, però, non pare aver convinto più di tanto gli inquirenti. Vota il sondaggio di Libero: "Se colpevole, la Mussolini dovrebbe lasciare il marito?" Ma non c'è solo Mauro Floriani tra i clienti 'vip', iscritti nel registro degli indagati della procura nell'ambito dell'inchiesta sulle baby squillo dei Parioli. Alcune utenze intercettate, ma non ancora indagate, rivela il Corsera, risultano in uso a multinazionali come Ernst&Young e Kpmg o agenzie dell'Onu come il il Fondo internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura. E poi ci sono altri nomi di soggetti di una certa notorietà che sono finiti all'attenzione dei carabinieri e dei magistrati che procedono per il reato di prostituzione minorile. La loro posizione sta per essere definita dalla procura ma, intanto, alcuni dei clienti hanno già avanzato una richiesta di patteggiamento della pena, sperando di poter chiudere la questione in camera di consiglio davanti al gip, senza troppa pubblicità negativa. Quando il caso delle due studentesse che si prostituivano in un appartamento ai Parioli divenne di pubblico dominio, diversi clienti, a partire dallo scorso autunno, decisero di presentarsi spontaneamente ai carabinieri o in procura per spiegare di avere avuto rapporti a pagamento con le ragazze senza però immaginare che avessero meno di 18 anni. Il reato di prostituzione minorile è punito con la reclusione da uno a sei anni, ma chi patteggia, tenuto conto dello sconto di pena per la scelta del rito e dello stato di incensuratezza, potrebbe cavarsela anche con una condanna a pochi mesi. In attesa di completare i riscontri su questa lista di clienti, il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi a breve concluderanno il filone principale dell'indagine, quello che lo scorso ottobre portò in carcere cinque persone, tra cui la mamma di una delle baby squillo.