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Sallusti: "Non rispetto i giudici. Ecco tutte le balle su di me"

Il direttore ribatte punto su punto alle accuse contenute nella sentenza che lo condanna a 14 mesi di galera

Nicoletta Orlandi Posti
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  "Delinquente lo dite a qualcun altro". E' un editoriale senza giri di parole quello che  Alessandro Sallusti firma oggi sul Giornale. Non ci sta ad essere tacciato di criminale patentato e risponde punto per punto alle accuse dei giudici della Cassazione che lo hanno condannato a 14 mesi di reclusione per un articolo neppure scritto da lui. "E'una vera infamia che non permetto neppure a un presidente di Cassazione, basata su odio ideologico e su una serie di menzogne", scrive il direttore. "Le motivazioni della vostra sentenza sono delinquenziali, non il mio lavoro", aggiunge. Ecco allora tutte le balle che Sallusti contesta: "E falso che io abbia deliberatamente pubblicato notizie sapendole false", scrive. "È falso che io mi sia rifiutato di pubblicare una smentita, nessuno me l'ha mai chiesta né inviata. È falso che sul mio giornale dell'epoca, Libero, sia stata pubblicata una campagna contro un giudice (un articolo di cronaca ripreso da La Stampa e un commento non possono in alcun modo costituire una campagna). È falso che non fosse possibile identificare chi si celava dietro lo pseudonimo Dreyfus: bastava chiederlo, non a me che come direttore sono tenuto al segreto deontologico, ma a chiunque e avreste accertato che si trattava di Renato Farina (lui stesso lo ha scritto in un suo libro). È falso che io abbia un numero di condanne per omesso controllo (7 pecuniarie in 35 anni di mestiere) superiore alla media dei giornalisti e direttori di quotidiani italiani. Delinquente, quindi, lo dite a qualcun altro. Non vi stimo, non vi rispetto, non per la condanna, ma per quelle vostre parole indegne. Vergognatevi di quello che avete fatto". Poi la chiusa: "E adesso fate pure quello che credete, rispetto a me e alla mia storia siete un nulla".  

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