Processo Ruby, Silvio Berlusconi assolto dalle accuse di concussione e prostituzione minorile
Processo Ruby, c'è la sentenza d'Appello: Silvio Berlusconi assolto dal reato di concussione perché "il reato non sussiste" e dal reato di prostituzione minorile perché "il fatto non costituisce reato". La seconda corte del Tribunale di Milano ha riformato dunque il verdetto di primo grado del 24 giugno 2013. Trionfa dunque la linea "morbida" dell'avvocato Franco Coppi, che ha commentato: "Sono molto soddisfatto, siamo andati oltre le più rosse previsioni". Berlusconi ha appreso la notizia mentre stava uscendo dalla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dov'è impegnato nei servizi sociali relativi alla condanna del processo Mediaset. Ai sostenitori che esultavano ("Le preghiere sono servite") il Cavaliere ha sorriso: "Grazie, grazie, non posso scendere dall'auto ma grazie". Poi, ai suoi, ha confidato: "Sono commosso, ho avuto giustizia". La sentenza arriva a quattro anni dal primo articolo di giornale che aveva acceso un faro sulle presunte frequentazioni tra l'ex premier e la giovane marocchina. Lo scandalo, la condanna e l'assoluzione: tutte le tappe del processo Ruby Le possibili spiegazioni - Bisognerà attendere le motivazioni dei giudici, attese entro 90 giorni, per capire per quali ragioni sia stata ribaltata la sentenza di primo grado. "Se mai avesse avuto rapporti con Ruby, almeno per un certo periodo di tempo, non ne conosceva l'età", è la spiegazione avanzata da Coppi: "Quando si usa la formula il fatto non costituisce reato - ha spiegato l'avvocato ai cronisti del Tribunale di Milano - di solito c'è la mancanza dell'elemento soggettivo". Quanto alla concussione, Coppi ha affermato che sarebbe pronto a portare il caso Ruby ai suoi studenti come paradigmatico di una condotta che non è reato. Di certo, ha sottolineato, "sentirsi prima accusare e poi condannare a sette anni di reclusione per una telefonata di tre secondi e per fatti che non sono accaduti proverebbe chiunque, anche la persona più corazzata". Perde la linea Boccassini - "La meritata assoluzione del presidente Berlusconi da un processo lungo e difficile, che non sarebbe neppure dovuto iniziare, con l'integrale accoglimento dei nostri motivi di appello e delle tesi sostenute in udienza dagli eccellenti colleghi Coppi e Dinacci, intervenuti in nostra sostituzione, è momento di vera soddisfazione e riporta serenità dopo un lungo periodo di grande tensione", è invece la reazione di Niccolò Ghedini e Piero Longo, gli avvocati "falchi" sostituiti dai colleghi in questa fase decisiva. In ogni caso, la decisione emessa dal collegio presieduto dal presidente Enrico Tranfa, dopo circa due ore di camera di consiglio, ribalta le posizioni degli storici accusatori del Cavaliere, Edmondo Bruti Liberati e Ilda Boccassini, i pm della Procura che hanno imbastito un processo mediatico e giudiziario dai riflessi devastanti. Centinaia di intercettazioni sbattute su quotidiani e settimanali, rilevanti più ai fini del gossip che a quelli processuali, una maggioranza di centrodestra indebolita in modo definitivo fin da quando è scoppiato lo scandalo (era il gennaio del 2011 e il governo sarebbe caduto 10 mesi dopo), un leader, Berlusconi, tagliato fuori per lungo tempo dalla guida del suo partito.