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Affossano gli statiper salvare le banche

Tutto ciò che sta accadendo in Europa dimostra che la legge di mercato non esiste: infatti, si premia chi fa errori o il furbo

Matteo Legnani
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Adesso è sotto gli occhi di tutti: se c'è una legge che non esiste, è proprio  quella più sventolata in questi anni per giustificare ogni tipo di operazione, la legge di mercato. Quel che è accaduto nell'ultimo anno prima alla Grecia, poi all'Italia e ora alla Spagna, dimostra senza ombra di dubbio che la legge di mercato è solo un fantasma. Appare quando si decide che questo o quel governo non fa più al caso della ristretta oligarchia internazionale che ormai muove le redini di finanza, economia e politica in quasi tutti gli Stati. Così è stato in Grecia quando il mercato ha fatto fuori governi democraticamente eletti per sostituirli con tecnici più graditi. È  accaduto in Italia, con la caduta del governo di Silvio Berlusconi e l'applaudito (solo all'inizio) ingresso a Palazzo Chigi di Mario Monti e della sua squadra di tecnici. Il fantasma svanisce però improvvisamente quando davvero dovrebbe decidere il mercato: lampante il caso delle banche sia in questi mesi che nel clamoroso salvataggio spagnolo di queste ore.  La Bce di Mario Draghi con due operazioni di finanziamento a basso costo ha messo a disposizione del sistema bancario europeo un trilione di liquidità. Se la sono bevuta tutta, senza concederne nemmeno un sorso ai popoli d'Europa che boccheggiavano. Ora arrivano i 100 miliardi di euro per Bankia e gli altri mostri della finanza iberica. Un caso lampante di applicazione a rovescio della legge di mercato: si premia chi ha compiuto errori gravi e soprattutto chi ha fatto il furbo. Leggi l'articolo integrale Franco Bechis su Libero in edicola oggi 12 giugno

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