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Lucio Caracciolo, l'accusa: "Così gli Usa hanno sfruttato l'Ucraina contro la Ue"

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La guerra in Ucraina ha spostato drammaticamente gli equilibri mondiali e a farne le spese, spiega Lucio Caracciolo su La Stampa, è l'Europa. Un paradosso, visto che il conflitto si combatte alle nostre porte. Ma la vera domanda da farsi, esordisce il direttore di Limes e tra i massimi esperti di geopolitica, è "chi comanda in Europa?". Fino al febbraio del 2022 la risposta era scontata: gli Stati Uniti, attraverso la Nato, con la Germania che si "accontentava" di guidare i giochi a livello economico, commerciale e monetario. Il motto era "Americani dentro, russi fuori, tedeschi sotto". Poi l'azzardo di Vladimir Putin ha cambiato tutto. 

 

 

 

"Non passa giorno senza che da Casa Bianca e dintorni ci si comunichi che noi europei non siamo in cima ai loro pensieri", mette subito in chiaro Caracciolo, perché le priorità americane ora riguardano la Cina e l'Europa oggi interessa solo per limitare l'influenza di Pechino nel Vecchio Continente. "La guerra in Ucraina viene dopo. Per l’ottima ragione che Washington ha già raggiunto il suo obiettivo strategico: rompere l’interdipendenza energetica fra Russia e Germania". Non a caso, ricorda Caracciolo, tre settimane prima dell'invasione dell'Ucraina il presidente americano "Joe Biden aveva pubblicamente proclamato davanti al silente cancelliere Scholz: 'Noi porremo fine ai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Prometto che saremo in grado di farlo'. Che siano stati direttamente sabotatori americani a eseguire la volontà del presidente o altri che ne condividessero i propositi, alla fine il risultato è Usa batte Germania-Russia due a zero".

 

 

 

 

Ma la priorità, come detto, è la Cina. Per questo il Pentagono vorrebbe chiudere entro l'anno la guerra in Ucraina in stile Corea con la spartizione del paese tra Mosca e Kiev anche per poter così dirottare le scorte militari a Taiwan, la vera capitale prossima ventura della possibile Terza guerra mondiale. A livello europeo, la conseguenza più pesante è la faglia che si sta creando all'interno della Nato tra gli ex paesi del Patto di Varsavia, in prima fila contro la Russia, e paesi come Germania e Francia assai più restii al riguardo. In questo quadro, conclude Caracciolo, l'Italia abituata "al doppio vincolo americano (strategico) e tedesco (fiscale)" male si adatta "al clima «ciascuno per sé nessuno per tutti».

 

 

 

 

Oggi serve stabilire quel che possiamo volere. Ad esempio: sull’Ucraina stiamo con la Polonia o con la Francia? O con nessuno dei due?". E c'è anche un fantasma che aleggia su Palazzo Chigi e Farnesina: "Il memorandum firmato nel 2019 con la Cina e in scadenza l’anno prossimo lo rinnoviamo, lo denunciamo (linea prevalente) o inventiamo qualche garbuglio?". Da questa risposta dipenderà una bella fetta del nostro futuro immediato.

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