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Isis, parla il videomaker: "Vi racconto cosa c'è dietro i video dell'orrore"

elisabetta pistoni
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Il web ormai è invaso da immagini dell'orrore firmate Isis, e continua senza sosta la carneficina degli ostaggi uccisi dai tagliagole. Per i folli islamisti è centrale la figura dei videomaker che realizzano le clip della propaganda jihadista. Il montaggio delle atroci esecuzioni, insomma. A raccontare la genesi di questi filmati è proprio un videomaker contattato dall'Isis, che gli avrebbe offerto uno stipendio. La sua versione dei fatti l'ha raccontata al Financial Times: "Avrei guadagnato 1500 dollari al mese, avrei avuto una macchina e una casa. Sarebbe stato cinque volte di più di quello che avrei mai potuto guadagnare". Secondo la Cia sarebbe stato un vero e proprio affare, infatti si calcola che lo stipendio medio di un miliziano ammonta a circa 400 dollari mensili. Il professor John Horgan dell'University of Massachussetts Lowell, esperto di terrorismo ha aggiunto: "La fase di montaggio è curata al massimo. Correggono il colore e usano diversi effetti visivi, poi danno ritmo alle immagini con i tagli. Realizzano un prodotto per amplificare il sentimento d'ansia. Concepiscono la guerra psicologica in un modo che non comprendiamo appieno. Il pubblico di riferimento del video sul pilota giordano sono i paesi del Golfo, per convincerli a sospendere i raid aerei". In tutto ciò stanno nascendo delle vere e proprie star dell'orrore, come il boia inglese apparso nel video della decapitazione di Foley, l'ormai tristemente celebre "jihadi John".  

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