Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Testimonianza di uno dei delitti più efferati dell'antichità e più raccontati dall'arte e dalla letteratura, è stato presentato stasera a Roma il Denaro delle Idi di Marzo. Si tratta di una moneta d'argento, del diametro di circa 17 mm, fatta coniare da Bruto nel 42 a.C., mostrata da Bolaffi nella Sala Dante dell'Istituto nazionale per la grafica, a pochi chilometri dal luogo dove, il giorno delle Idi di Marzo di 2.057 anni fa, si consumò l'assassinio di Giulio Cesare. Il conio, primo a celebrare esplicitamente un omicidio, effigia al dritto il profilo del capo dei congiurati, Bruto, e al verso due pugnali (l'arma degli assassini), un pileo (il copricapo diventato simbolo di libertà), e la scritta Eid mar, 'Idi di marzo'. Per il suo altissimo valore, nel 2008 è stata inserita al primo posto fra le cento monete più importanti dell'antichità. La sua eccezionalità è stata spiegata nel corso della serata dalla ricostruzione storica dell'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, mentre l'esperto numismatico della Bolaffi, Lorenzo Lamorte, ha tracciato il profilo tecnico di questa e di altre rarità dell'antica Roma. La moneta è stata svelata davanti a una platea di oltre cento invitati. "Il denaro delle Idi di marzo - ha dichiarato l'ad della Bolaffi, Giulio Filippo Bolaffi - non è solo una delle più suggestive monete antiche, ma anche una delle più importanti dal punto di vista collezionistico. Far conoscere esemplari come questo significa confermare che gli oggetti da collezione sono custodi e cronisti di storia ma anche, in tempi di incertezza economica, solidi beni rifugio alternativi". Nel corso della serata sono state presentate altre rarità numismatiche di epoca romana tra le quali, un denaro con le effigi di Antonio e Cleopatra, un esemplare del denaro di Tiberio - uno di quelli con cui l'apostolo Giuda fu pagato per il suo tradimento - e monete di celebri imperatori come Augusto, Nerone, e Caligola. Le monete che riportano il nome di Bruto, coniate tutte nel 42 a.C. in zecche itineranti che seguivano i movimenti dell'esercito allestito dai congiurati, sono in generale molto rare, ma quelle con la sua effigie sono della massima rarità. In particolare il denaro d'argento, oltre all'effigie al diritto, riproduce al rovescio i simboli della congiura contro Giulio Cesare e la data della sua uccisione e costituisce una delle monete in assoluto più famose, per il suo valore di testimonianza reale di un evento storico cruciale. Si tratta di una emissione 'di guerra' realizzata in una zecca itinerante al seguito dell'esercito dei congiurati e quindi con caratteristiche molto variabili quanto a titolo dell'argento, sia per oggettive difficoltà di raffinazione del metallo, sia per la scarsità del metallo stesso, che rendeva spesso necessario coniare monete di lega più bassa. Di questa moneta sono noti infatti esemplari 'suberati', cioè coniati su un'anima di rame o di bronzo, ricoperta da una lamina in argento.