Nina Moric parla prima volta del dramma privato: "Mi hanno tolto mio figlio, ma non ho tentato di suicidarmi"
Nina Moric non è solo l' ex moglie di Fabrizio Corona, la musa di calendari e reality, l' attivista di CasaPound, la star dei social discussa, amata e odiata. Nina, 41 anni, è anche una madre con il cuore spezzato da quando, due anni fa, il suo unico bambino non è più con lei. Nina non può più fare la mamma dal novembre 2015. Il suo calvario era iniziato in aprile, anche se forse si potrebbe far risalire a molto prima: quando l' amore con Corona finisce e lei ne esce a pezzi, quando il suo ex si lega a un' altra donna, Belen Rodriguez, o quando Corona, il padre di suo figlio, inizia a sfidare la giustizia ed entrare e uscire dal carcere per svariati reati. Ma il giorno più brutto è quello tra la notte tra il sabato e la domenica del 13 aprile 2015 quando esce la notizia del tentato suicidio di Nina Moric e del suo ricovero in ospedale. «In realtà», chiarisce immediatamente Solange Marchignoli, l' avvocato che affianca Nina nella sua battaglia, «non si è mai trattato di un tentato suicidio. I referti del pronto soccorso l' hanno classificato come atto autolesionistico non finalizzato alla morte. Non voleva uccidersi. Aveva litigato con sua madre, che era con lei quella sera». In casa c' era anche Carlos, il figlio della Moric. Libero ha visionato il faldone giudiziario in possesso del legale della Moric, i referti medici, gli atti del Tribunale dei minori, le azioni legali intraprese dalla modella croata nei confronti dell' ex marito: tutto si intreccia in questa storia che non ha né vincitori né vinti. I REFERTI MEDICI - Dopo quell'episodio drammatico, il Giudice del Tribunale dei minori di Milano, Valentina Paletto, con provvedimento 7514/15 emesso in data 17.11.2015 decide di affidare Carlos, 15 anni, un ragazzo in pre-adolescenza, alla madre di Fabrizio Corona e di collocarlo presso la casa di quest' ultima, essendo il padre fuori gioco in quanto detenuto in carcere. "Non parlo con mia madre da quando sono uscito dal carcere. Secondo me è una persona che non sta bene", dichiarava Fabrizio Corona al Tribunale in sede di audizione il 23.09.2015. Parole non irrilevanti. «La signora Moric ha fatto tutto ciò che le è stato richiesto dal Tribunale e dai servizi sociali per poter riprendere nuovamente i contatti con il figlio», spiega il legale della signora, «ma nulla è cambiato». L' avvocato mostra a Libero gli esami del sangue e del capello cui è stata sottoposta Nina: «Nessuna traccia di alcool né droga né psicofarmaci: i controlli periodici presso il Sert si sono rivelati tutti negativi». Ma lei, comunque, non ha più suo figlio, che è affidato alla suocera. I rapporti tra Nina e Gabriella sono pessimi. La gestione di questa nuova vita per la Moric è dolorosa e frustrante. Gabriella pare metta molti paletti. Sembra che a Nina venga addirittura negata la comunicazione telefonica con il figlio, se non quando riesce ad uscire dal controllo della nonna. Lo confermava anche Corona al Tribunale quando diceva: «Carlos non ha libertà di parlare con me al telefono perché la nonna lo costringe a parlarmi in viva voce». L' avvocato Marchignoli racconta che «Nina non può occuparsi di nulla, non può parlare con i professori, badare alle spese, si era offerta di aggiustargli il cellulare ma la nonna non l' ha permesso». Nonna/mamma - Nulla di questo risulta scritto nell'ordinanza ma sono diktat di Gabriella. Una nonna che si sarebbe dunque sostituita alla madre. Così scriveva, infatti, la modella croata al servizio sociale di Milano «Mi sono offerta di riparare il telefono di Carlos al posto della fidanzata di papà; non sarebbe stato nemmeno necessario vedere Carlos, bastava che qualcuno mi portasse il telefono, anche sotto casa della nonna, dove Carlos sarebbe rientrato ed è collocato. Tuttavia mi è stata negata questa possibilità dalla signora Privitera (Gabriella, ndr) che, come sempre, ha detto nei miei confronti parole veramente infamanti, dicendo che io non sono una persona normale, che mi devo far curare. Ha anche detto che devo lasciare in pace mio figlio e che devo telefonargli il meno possibile». Nina non sa se il figlio sta bene o no. Sembra addirittura che se Carlos ha la febbre alta non le viene detto nulla. Sono tenuti lontani. Nina vorrebbe occuparsi del figlio anche indirettamente. Pensa: «Non ce l' ho qui con me, ma quando sarà grande saprà che la mamma non gli ha fatto mancare nulla, l' ha amato a distanza, dietro a un vetro». Invece il rapporto tra Nina e Carlos si limita a un incontro alla settimana, per un' ora e mezza massimo, a casa della modella, in presenza di un educatore quando va bene; perché, se per qualunque ragione Carlos non può recarsi dalla mamma in quel determinato giorno e ora, il servizio sociale, con a capo la dottoressa Silvia Ricci, non è in grado di recuperare l' appuntamento. Afferma il legale della Moric: «Signori, siamo in viaggio ma ci siamo persi la nostra Itaca, cioè ristabilire il rapporto Nina - Carlos. Negare ad una madre di vedere il proprio figlio significa provocare danni irreversibili in capo al minore». La scorsa estate, complice anche una vacanza "calcistica" di Carlos, Nina non lo ha visto per mesi. E neppure sentito. Quando si vedono, anche gli abbracci madre - figlio sono al vaglio del vigile educatore. Non può andare a vederlo al calcio, passare dopo la scuola, guardarlo nemmeno da lontano. Nina ritiene che la suocera la allontani dal figlio in ogni modo. In barba all' art. 3 della Convenzione dei diritti del fanciullo dell' Onu che recita che «in tutte le azioni riguardanti i bambini, se avviate da istituzioni di assistenza sociale, private e pubbliche, Tribunali, autorità amministrative, corpi legislativi, i maggiori interessi del bambino devono costituire oggetto di primaria importanza». Ma Nina cosa pensa della decisione del Tribunale dei minori? Lei e il suo avvocato non hanno più strumenti per contestarlo: «È una tragedia, un fascicolo che non si chiude più». Addirittura, la Moric arriva a pensare che preferirebbe che il figlio fosse trasferito in un istituto, in un luogo neutro, perché possa stabilirsi un dialogo per il bene di Carlos. Con la nonna non c' è. L' odio non lo permette. Disperata - Anche quando un figlio viene allontanato dalla madre per casi gravissimi (violenze, droga) esistono luoghi in Italia in cui viene tutelato comunque il rapporto madre e figlio. Sostiene infatti l' avvocato Marchignoli: «L' ipotesi dell' allontanamento si verifica, in ultima istanza, solo quando ci sia una gravissima violazione dei doveri parentali da parte di uno o di entrambi i genitori o tengano comunque una condotta pregiudizievole per il minore. In altre parole sono casi estremi quelli che prevedono l' interruzione del legame madre- figlio». Nina l' ha cresciuto fino a 13 anni e poi l' ha perso, è una una madre che farebbe qualunque cosa, spera che al più presto intervenga la procura. «È disumano. Non è possibile questo orrore», dice l' avvocato. Moric vive la sua esistenza in base agli appuntamenti settimanali con il figlio. Passa il suo tempo tra l' attivismo con CasaPound e la solidarietà in aiuto dei bimbi bisognosi. E Fabrizio Corona? È ancora detenuto. Rischia un nuovo processo per quei 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria. Quando era libero, l' ex re dei paparazzi si era espresso a favore del ritorno del figlio da Nina perché «è una buona madre». Fragile, impetuosa, ma piena di affetto. Frasi che appaiono spesso anche nelle audizioni al Tribunale dei minori. Se poi Corona ha "cambiato idea" perché raggiunto da azioni legali per non aver versato, come imposto dalla legge, gli assegni di mantenimento, o perché li ha versati scoperti, non è dato saperlo. Gli animi si potrebbero essere scaldati. Altro motivo di battaglia legale tra Nina e il suo ex sono le foto del figlio - che è un minore, quindi da tutelare - sui social. Se la Moric, come si vede nei suoi profili, ha evitato di mostrarlo al pubblico, non si può dire lo stesso di Corona. Addirittura se lo portava con sé, durante il periodo in affidamento, alla presentazione del libro Dietro le sbarre. «E non mancano le paparazzate», chiosa l' avvocato di Nina Moric. Una battaglia dentro un' altra battaglia, condotta da una Nina diversa dal personaggio che conosciamo. Una mamma distrutta dal dolore. Probabilmente non vincerà mai nessuno, ma sicuramente Nina ha perso il suo unico figlio. di Alessandra Menzani